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Le sfide dei bambini, secondo Save The Children

 

Anche i bambini affrontano delle sfide. Lo hanno fatto nel 2021, quando milioni di loro hanno dovuto fare i conti con le conseguenze del Covid-19, e lo faranno anche nel 2022, in quello che si apre come il terzo anno di pandemia. Save the Children ha mappato le 7 grandi sfide che dovranno fronteggiare nel 2022. La prima è legata all’emergenza fame. I livelli di malnutrizione hanno raggiunto numeri impressionanti: 149,2 milioni di bambini sotto i 5 anni sono rachitici, 45,4 milioni deperiti, 20,5 milioni di neonati alla nascita pesano troppo poco (sono il 14,5% di tutti i nati vivi). Si stima che nel 2022 ne moriranno 2 milioni per la crisi alimentare, alimentata dalla pandemia. Tra lockdown e misure di contenimento, il virus ha causato danni anche all’istruzione: ci sono 117 milioni di bambini che non vanno ancora a scuola a causa del Covid-19. Ma, prima del virus, già 260 milioni non frequentavano le lezioni. E più si allunga il periodo lontano dai banchi, più diventa improbabile tornarci. Le bambine, poi, sono particolarmente a rischio di abbandono scolastico: la seconda sfida di STC sarà permettergli di tornare a scuola. A seguire, la guerra. Nel mondo sono 450 milioni i bambini che vivono in zone di conflitto, il numero più alto da più di dieci anni. Molti altri, poi, vengono reclutati dai gruppi armati: la quarta sfida sarà liberare e reintegrare questi bambini, restituirgli la loro infanzia. Nel 2020 sono stati reclutati 25 bambini al giorno, per un totale di circa 8600 nell’intero anno: la pandemia li ha resi più facili da arruolare. Quinta sfida, la crisi climatica: secondo Save the Children le ondate di calore colpiranno i bambini in media 7 volte in più rispetto ai loro nonni, subendo la siccità e le inondazioni 2,6 e 2,8 volte in più. Anche per questo motivo i rifugiati in fuga sono oggi 10 milioni e il numero dei bambini sfollati è il più alto dalla Seconda Guerra Mondiale: un flusso che va diminuito, ed è lo scopo della sesta sfida. C’è, invece, un dato in discesa che rischia, però, di risalire: la mortalità infantile. Negli ultimi 30 anni i tassi sono scesi quasi del 60%, ma si teme che la pandemia provochi la prima drammatica inversione di rotta. I progressi nei vaccini fanno ben sperare.

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