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Genova vuole un impianto per produrre idrogeno dai rifiuti

 

La Liguria punta a diventare autonoma nello smaltimento dei rifiuti rendendo la discarica uno strumento residuale, evitando l’invio della spazzatura fuori regione e minimizzando gli impatti ambientali. L’impianto chimico di trasformazione – sì, il prodotto verrebbe trasformato e non bruciato – dovrebbe poter processare dalle 160 alle 200 mila tonnellate di rifiuti all’anno, proprio come le strutture presenti nel Paese del Sol Levante: secondo le stime, l’investimento si aggirerebbe intorno ai 300 milioni di euro, di cui la metà proveniente dai fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il capitolo a cui fare riferimento si intitola “miglioramento della capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e avanzamento del paradigma dell’economia circolare”. In particolare, l’obiettivo è ottenere parte del miliardo e mezzo di euro stanziato dal PNRR per la realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e l’ammodernamento di strutture esistenti, oppure una quota dei 600 milioni destinati alla realizzazione di progetti faro di economia circolare per filiere industriali strategiche. La proposta dall’assessore Giacomo Giampedrone è parte del nuovo piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche, che punta a diminuire la produzione dei rifiuti urbani del 4% entro il 2026 e di aumentare la raccolta differenziata, raggiungendo il 67% nello stesso anno. Intanto, l’iter del progetto dell’impianto è ancora in una fase iniziale: il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco di Genova, Marco Bucci, l’avrebbero sottoposta al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. I tecnici di Iren e di NextChem, la società del gruppo Maire Tecnimont che ha realizzato la tecnologia Waste to chemical, sarebbero già al lavoro sul progetto. Ma i tempi sono stretti. Per candidare l’iniziativa alle risorse del Pnrr, infatti, c’è tempo fino al 14 febbraio, tra poco più di un mese. E, nel caso in cui la proposta venisse accettata, l’impianto dovrebbe essere costruito entro il 2026. Dove dovrebbe sorgere? Le possibilità sono due e sono entrambe vicine a due porti di Genova: l’ex-Ilva nel quartiere di Cornigliano, nella periferia ovest della città, e Vado Ligure, il più occidentale fra i quattro bacini del sistema genovese.

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