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La censura di Internet, la nuova arma dei regimi repressivi

 

L’ultimo malfunzionamento di 6 ore di Facebook, Instagram e WhatsApp di inizio ottobre avrebbe fatto perdere all’impresa di Mark Zuckerberg circa 230 milioni di dollari. Diverse le stime relative ai blocchi di Internet progettate e attuate da regimi repressivi. A rivelarlo la campagna #KeepItOn di Access Now, l’organizzazione no-profit che difende i diritti civili digitali e che da anni cerca di mappare e analizzare gli effetti degli shutdown della Rete nel Mondo. Access Now spiega come i metodi per rendere Internet sempre meno accessibile siano diventati più sofisticati negli ultimi anni: infatti, le autorità hanno imparato a censurare l’accesso a piattaforme specifiche, come WhatsApp o Twitter, spesso per silenziare la mobilitazione politica. Tra le modalità usate dai governi, la richiesta ai provider di servizi Internet di limitare o rallentare deliberatamente il traffico di rete o di raggiungere solo le connessioni Internet mobili. Singole città o interi paesi, gli shutdown possono durare alcune ore o addirittura mesi. Rispetto agli anni precedenti, tra gennaio e maggio del 2021 si sono verificati meno shutdown ma la loro durata sembra allungarsi, in particolare quelli che riguardano i blocchi di piattaforme. A fine settembre gli abitanti del Rajasthan, nel nord-ovest dell’India, hanno scoperto che i loro telefoni cellulari non potevano più connettersi a Internet. Per diverse ore servizi come WhatsApp, Facebook e Google Maps sono stati resi inaccessibili, non per caso. I funzionari distrettuali hanno spiegato di aver ordinato ai provider di Internet di bloccare l’accesso per prevenire imbrogli durante un esame che permetteva l’accesso come insegnante nel sistema scolastico statale. La chiusura di Internet ha però colpito milioni di persone: a Jaipur, la capitale del Rajasthan, circa 80.000 negozi e attività commerciali sono stati costretti a chiudere. Il loro prezzo? Uno studio del Think Tank statunitense Brookings Institution, ha calcolato che nel 2016 la chiusura di Internet è costata ai paesi 2,4 miliardi di dollari di PIL.

Redazione

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