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La prima attrazione al mondo a emissioni zero sarà Machu Picchu

 

Machu Picchu, che dal 1983 è Patrimonio Mondiale dell’Umanità, entro il 2050 diventerà la prima destinazione turistica al mondo a zero impatto ambientale. La testimonianza del mondo Inca nella valle peruviana dell’Urubamba, nella regione di Cusco, ha ricevuto la certificazione dell’associazione Green Initiative grazie al programma “MP Carbon Neutral”, avviato per raggiungere la neutralità delle emissioni di CO2 entro il 2050. Promotori del progetto, il Comune di Machu Picchu, con la Direzione Decentrata della Cultura di Cusco e la Direzione del Santuario Storico di Machu Picchu, la società di ecoturismo Inkaterra, la multinazionale Aje Group e il Servizio Nazionale delle Aree Naturali Protette. Il sito archeologico, incluso tra le sette meraviglie del mondo, continuerà a emettere anidride carbonica, ma attraverso una serie di misure la ridurrà o la compenserà. Il progetto fa parte di un programma di sviluppo sostenibile che vede impegnati attori pubblici e privati che vogliono allinearsi alle linee guida stabilite dall’Accordo di Parigi, riducendo entro il 2030 le emissioni di anidride carbonica del 45%. “Il programma vuole fissare un nuovo standard per lo sviluppo del turismo in Perù e costituire un punto di riferimento internazionale per tutte le meraviglie del mondo” spiega PromPerù, la Commissione per la promozione del Perù per l’esportazione e il turismo. Nel 2019 Machu Picchu ha ridotto gli accessi giornalieri da 2400 a 600 per prevenire il degrado ambientaleCredit: Photo Credit: Beatriz Ramos Machu Picchu ha già attuato da tempo alcune strategie per ridurre al minimo l’inquinamento, in primis sul riciclaggio dei rifiuti: uno dei due impianti creati a hoc permette di trasformarli in carbone naturale attraverso il processo chimico della pirolisi. L’altro ricava biodiesel – un biocombustibile ottenuto da fonti rinnovabili – e glicerina – che deriva dal composto organico del glicerolo – dagli oli vegetali prodotti da case e ristoranti. Inoltre un altro intervento mira a ridurre l’utilizzo della plastica all’interno del sito peruviano, e un processo di riforestazione prevede la distribuzione di un milione di alberi di specie originarie della zona.

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