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Scuola, con il PNRR si può colmare il divario tra Nord e Sud

 

I 17 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinati alla Scuola italiana possono essere un’occasione di riscatto fondamentale per colmare l’enorme divario tra il Nord e il Sud Italia, dove il 56% degli edifici scolastici necessita di interventi urgenti (il 36% al Nord). Lo rileva ilXXI rapporto di EcosistemaScuola (dati 2020), l’indagine di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi, che fa il punto sullo stato di salute di 7.037 edifici scolastici di 98 capoluoghi di provincia, frequentati da oltre 1,4 milioni di studenti, a pochi giorni dall’annuncio del Ministro dell’Istruzione Bianchi sulla ripartizione dei fondi del PNRR previsti per questo settore. Preoccupante anche il divario sul fronte dei principali servizi: il tempo pieno è presente nel 43% delle scuole del Nord e nel 16% di quelle del Sud, le mense ci sono nel 65,5% degli istituti al Nord e nel 47,9% al Sud, gli scuolabus nel 29% al Nord e nel 13,6% al Sud. Ancora molto basse le pratiche che consentono i percorsi casa-scuola in autonomia e sicurezza: in Italia il pedibus è presente solo nel 5% delle scuole, in gran parte concentrato nelle regioni settentrionali, il bicibus è attivo solo nello 0,2% delle scuole del Nord. Legambiente chiede la messa in sicurezza ed efficienza energetica degli edifici scolastici, intervenendo prioritariamente al miglioramento e adeguamento sismico di tutte le scuole ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2 e all’efficientamento energetico per raggiungere una diminuzione dei consumi del 50%. Gli edifici in area sismica 1, che in tutta la Penisola sono il 4,1%, e quelli in area sismica 2, che sono il 30,9% e di puntare sull’efficientamento energetico. Al Sud gli edifici complessivamente posti in entrambe le aree sono 86,2%. “Ora più che mai, con le ingenti risorse del PNRR previste anche per le scuole, l’asticella della sfida in termini di messa in sicurezza, riqualificazione e sostenibilità ambientale si fa sempre più alta. La scuola –dichiara Claudia Cappelletti, responsabile nazionale scuola Legambiente- è al centro della transizione ecologica nella doppia e interconnessa veste di principale leva educativa e culturale del Paese che deve interpretare le sfide di cambiamento”. Nella Penisola un edificio su due non dispone ancora del certificato di collaudo statico (46,8%), di agibilità (49,9%), prevenzione incendi (43,9%). Sale al 41% la percentuale degli edifici che necessitano di manutenzione urgente contro il 29,2% del 2019. Pochissimi i nuovi edifici costruiti con criteri di bioedilizia, sono lo 0,9%. Appena 387 quelli classificati in classe energetica A. – 800 milioni di euro saranno destinati alla costruzione di nuove scuole. Considerando un costo medio a scuola di 1,3 milioni di euro, Legambiente quantifica che i nuovi istituti saranno circa 600. L’auspicio è che possano essere delle scuole modello della giusta transizione: innovative, sempre più sostenibili, progettate in maniera partecipata con il territorio e la comunità scolastica e collocate nelle aree più svantaggiate dal punto di vista sociale e ambientale. 300 milioni di euro saranno destinati alla realizzazione di nuove palestre. Secondo l’associazione ambientalista nel 2020 una scuola su due ne è priva e un impianto sportivo su quattro necessita di interventi di manutenzione urgenti. Sia auspica che le palestre passano essere aperte al territorio in orario extrascolastico per garantire l’accesso allo sport a più ragazzi e adulti, come già mediamente accade in circa il 57% degli impianti sportivi scolastici esistenti. Sarà importante realizzare anche impianti outdoor, oggi presenti su circa il 31% degli edifici con impianti sportivi,risultati vitali per lo svolgimento dell’attività didattica durante la pandemia. – 500 milioni saranno destinati alla ristrutturazione degli edifici esistenti. Per Legambiente è importante non prorogare più la scadenza della verifica di vulnerabilità sismica di tutte le scuole (oggi effettuata solo sul 31,5% degli edifici), accelerare il percorso di efficientemente energetico, ridurre la forbice tra fondi stanziati e fondi spesi (su circa 47mila euro stanziati nel 2020 per la manutenzione straordinaria per edificio, meno della metà sono stati realmente spesi), ridurre i tempi di durata dei cantieri, che si attestano mediamente intorno ai 300 giorni. – 400 milioni di euro saranno destinati alle nuove mense. L’auspicio è che il servizio di refezione scolastica sia connesso all’ampliamento del tempo pieno soprattutto nelle scuole del Sud. Nota positiva laddove presente il servizio, si riscontra che nell’85% dei casi vengono serviti prodotti biologici, quasi il 100% servono prodotti di stagione e circa l’81% privilegiano i prodotti a km 0. Quasi il 98% dei Comuni prevede menù alternativi per motivi culturali e religiosi.

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