Ambiente

KLM fa greenwashing?

Gli attivisti del movimento ambientalista Fossielvrij NL accusano il gigante dell’aviazione olandese di promuovere in modo fuorviante la sostenibilità dei voli. E cercano di portare il caso in tribunale
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Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
25 maggio 2022 Aggiornato alle 18:30

Nella giornata di martedì il gruppo Fossielvrij NL, un movimento ambientalista che ha sede nei Paesi Bassi, ha citato in giudizio la compagnia aerea olandese KLM accusandola di promuovere in modo fuorviante la sostenibilità ambientale dei propri voli.

A essere presa di mira è la campagna pubblicitaria Fly Responsibly, “Vola in modo responsabile”, che viene descritta dalla compagnia olandese come «l’impegno di KLM ad assumere un ruolo di primo piano nella creazione di un futuro più sostenibile per l’aviazione», in linea con l’obiettivo fissato dall’Europa di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050.

La campagna prevede che i clienti possano pagare una quota destinata a progetti di riforestazione o all’acquisto di biocarburanti da parte di KLM, in modo da compensare in parte le emissioni di carbonio del loro viaggio. Secondo una ricerca pubblicata a marzo dall’associazione Transport & Environment, però, per limitare l’impatto ambientale il settore dell’aviazione non può prescindere dalla riduzione del numero di voli, condizione insufficiente ma necessaria.

«Le emissioni di volo non possono essere compensate se i clienti si limitano a pagare un extra per piantare alberi o a versare denaro per il costo di soluzioni false come quelle che l’industria chiama “carburanti sostenibili per l’aviazione”. Con questi messaggi KLM continua a gettarci sabbia negli occhi», ha dichiarato Hiske Arts, attivista di Fossielvrij NL.

E aggiunge: «La pubblicità ingannevole di KLM ci porta a credere che possiamo volare senza aggravare la crisi climatica. Ma questa è un’illusione. Ecco perché stiamo portando KLM in tribunale, con l’aiuto degli avvocati ambientalisti britannici ClientEarth e di Reclame Fossielvrij».

Non è la prima volta che la compagnia finisce nel mirino degli ambientalisti. I primi dubbi sorsero già quando nel 2019 il gigante olandese – che nel 2004 ha completato la fusione con Air France - presentò al ministro dei Trasporti dell’Aia un piano d’azione per ridurre le emissioni di CO2 del 35% entro il 2030.

Il mese scorso, inoltre, KLM è stata ammonita dall’autorità di regolamentazione olandese in merito allo slogan “Be a hero, fly CO2 zero”- “Diventa un eroe, vola a CO2 zero” – ritenuta un’affermazione assoluta che la compagnia non era in grado di provare.

«Mentre gli esperti del clima avvertono che è necessario ridurre il traffico aereo per mantenere un mondo giusto e vivibile a portata di mano, KLM e l’industria aerea continuano a concentrarsi sulla crescita a tutti i costi e a esercitare un’intensa attività di lobby contro la regolamentazione del clima», ha dichiarato Johnny White, avvocato di ClientEarth.

«Proprio come l’industria dei combustibili fossili sta utilizzando il greenwashing per proteggere la propria libertà di movimento, il settore dell’aviazione sta utilizzando pubblicità ingannevole per proteggere la propria libertà di crescita. Abbiamo bisogno di una legislazione che ponga fine una volta per tutte a queste strategie dilatorie», ha concluso White.

Oggi il settore dell’aviazione rappresenta circa il 2% delle emissioni globali di CO2, e il numero di passeggeri e i volumi di carico sono destinati a crescere nei prossimi decenni. Tuttavia, secondo un rapporto pubblicato dalla rivista Global Environmental Change, l’1% della popolazione mondiale è responsabile del 50% di tutte le emissioni prodotte dall’aviazione commerciale.

«È ingiusto che un piccolo gruppo di viaggiatori abituali continui ad alimentare il disastro climatico quando le persone con meno soldi, quelle nel sud del mondo e le generazioni future soffrono di più mentre il Pianeta diventa pericolosamente più caldo», ha commentato Arts.

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