Futuro

Francia Marquez è la nuova vicepresidente della Colombia

Attivista impegnata nella causa ambientale, femminista, afro colombiana, prima vice presidente nera del Paese. Ne avevamo parlato qualche settimana fa
Francia Márquez durante il raduno di chiusura della campagna presidenziale a Bogotà il 22 maggio
Francia Márquez durante il raduno di chiusura della campagna presidenziale a Bogotà il 22 maggio Credit: Chepa Beltran/LongVisual via ZUMA Press Wire
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
21 giugno 2022 Aggiornato alle 17:00

Attivista ambientale (premiata nel 2018 con il Goldman Environmental Prize per la sua lotta contro l’estrazione mineraria illegale), femminista, afro-colombiana, con alle spalle un background tutt’altro che agiato. Francia Márquez è la prima vice presidente nera della Colombia.

Candidata insieme al senatore (ormai nuovo presidente) di sinistra Gustavo Petro, vuole portare la Colombia a riflettere sul proprio passato e presente razzista, classista e sessista.

«Faccio parte di una comunità che è stata storicamente esclusa ed emarginata, una comunità che è stata ridotta in schiavitù - ha dichiarato Márquez al Washington Post - È più del colore della nostra pelle. Riguarda l’élite che crede di essere superiore, che crede che gli altri siano inferiori e che questo non abbia importanza».

Márquez è nata nella zona di Cauca, a sud ovest della Colombia, in un villaggio abitato prevalentemente da discendenti degli schiavi africani. È una madre single di due figli (il primo avuto a 16 anni) e per molto tempo ha dovuto fare le pulizie per poter vivere.

Secondo il giornale americano, da piccola non voleva essere una persona nera perché associava le sue radici con le immagini viste in televisione di bambini africani malnutriti.

Ma poi ha cominciato a connettersi con la sua identità di donna nera grazie alle storie raccontate dalla nonna. «Mi ha parlato della lotta della nostra gente per proteggere la nostra terra», ha spiegato Márquez.

Fin da piccola si è impegnata nella causa ambientale ma solo nel 2014 c’è stata la grande svolta. In quell’anno, alcuni minatori cominciarono a sfruttare illegalmente le risorse vicino il fiume Ovejas, a La Toma (comune di Suárez, nella regione di Cauca).

Per salvare la sua terra, Márquez riunì 80 donne del posto per una marcia lunga 350 km con destinazione Bogotà. Qui, il gruppo ha continuato per altri 22 giorni la protesta in strada. Alla fine, Márquez e le sue compagne riuscirono a ottenere la promessa di intervento da parte del governo, per terminare tutte le operazioni minerarie illegali a La Toma.

A causa del suo attivismo ambientale, nel corso degli anni ha ricevuto diverse minacce di morte che l’hanno costretta a lasciare la sua città e a trasferirsi a Cali (dove si è recentemente laureata in giurisprudenza). Nel 2019 è sopravvissuta a un attentato.

Sono proprio la sua intraprendenza, le umili origini e il desiderio di cambiare il paradigma politico colombiano che l’hanno portata a essere una grande rivelazione per queste elezioni. Ma anche a ricevere diversi insulti razzisti, come essere chiamata e paragonata a “King Kong”.

«Il problema che le persone hanno con Márquez è che è una donna nera che non si comporta bene, che sa di essere nera e cosa questo significhi in termini storici. E che non rimane in silenzio al riguardo», ha spiegato l’antropologo colombiano Eduardo Restrepo al Washington Post.

È ben chiaro che tipo di vice presidente avrà la Colombia: una donna decisa, fiera delle sue origini, impegnata nella tutela ambientale e della comunità afrocolombiana. Una donna che ha voglia di portare aria di cambiamento nel Paese.

Articolo pubblicato il 27 maggio e aggiornato il 21 giugno 2022

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