Era il22 gennaio 1973quando la Corte Suprema degli Stati Uniti stabilìil diritto costituzionale all’aborto. Cinquantuno anni dopo, in seguito alribaltamento della storica sentenzaRoe v. Wade, quali Stati prevedono il diritto alla pratica e quali l’hanno limitato o abolito? Con ladecisione del 1973,7 dei 9 giudici uomini del massimo organo del potere giudiziario americano- Warren E. Burger, Potter Stewart, William O. Douglas, William Brennan, Lewis F. Powell, Thurgood Marshall, Harry Blackmun (i favorevoli) e William Rehnquist e Byron White (i contrari) -abolirono i divieti statalientro il primo trimestree decisero chele restrizioni nel secondo e terzo trimestre dovevano tenere conto della salute della donna incinta. Resero, così, legale un diritto che sarebbe rimastovalidofino al 24 giugno 2022. A quasi cinquant’anni dal caso che vide una donna single (con il nome fittizio diJane Roe) avviare un’azione federale contro Henry Wade, il procuratore distrettuale della contea di Dallas, in Texas, perchéle leggi penali texane vietavano la pratica se non per salvare la vita della donna incinta, la Corte Suprema ha annullato la sentenza nel casoDobbs v. Jackson Women’s Health Organization. E ha sancito chenon esiste un diritto costituzionale all’aborto: da lì in avanti diversi Stati hanno adottato leggi che limitano drasticamente la possibilità di abortire. In unaconferenza stampaorganizzata mercoledì 17 gennaio, iDemocraticial Senato hanno ribadito il loroimpegno a tutelare il diritto all’aborto, definendo i divieti sostenuti dai Repubblicani «crudeli», «estremi», colpevoli di aver causato indicibili «sofferenze» alle donne americane. Secondouno studiocondotto dalla fondazione privataCommonwealth Fund,gli Stati in cui l’aborto è più limitato riportano tassi più elevati di mortalità materna e infantile, oltre a una maggioreinsicurezzaeconomica. Secondouna ricercadi dicembre 2023 delGuttmacher Institute, inoltre, il numero dipazienti che hanno viaggiato fuori dal proprio Stato di residenzaper ottenere cure per l’abortoè raddoppiato dal 2020:92.100 pazienti hanno attraversato i confini statali per riceverle, rispetto alle40.600 di tre anni prima. Inoltre,gli abortisono aumentatinegli Stati che hanno approvato politiche limitative sull’aborto dopoDobbs v. Jackson Women’s Health Organization. Ad oggi14 Stati applicano divieti totali e altri 7 limitano la proceduraentro limiti che sarebbero stati incostituzionali anche sottoRoe. Al 13 dicembre 2023,22 Statie il Distretto di Columbiahanno adottato 129 misure per proteggere l’accesso all’aborto(ne sono state proposte 754): il numero più alto di protezioni mai adottato in un solo anno. Tra questi,Illinois, New Mexico e Colorado, che hanno registratograndi quantità di persone anche provenienti da altri Stati per sottoporsi alla proceduranella prima metà del 2023. Gli Stati chelo vietano in quasi tutte le circostanzasono Alabama, Arkansas, Idaho, Indiana, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Missouri, North Dakota, Oklahoma, South Dakota, Tennessee, Texas, West Virginia. In Georgia, South Carolina, Nebraska, North Carolina, Arizona, Florida e Utah l’aborto èvietato dopo 6, 12, 15 o 18 settimanedi gravidanza, in un periodo in cui la maggior parte delle donne, specialmente nel primo mese e mezzo, ancora non sanno di essere incinte. Gli Stati che hannobloccato il divieto grazie a cause portate in tribunale dai sostenitorisono: Montana, Wyoming, Iowa. A luglio 2023, l’Iowaha vietatola maggior parte degli aborti a circa 6 settimane di gravidanza, ma un giudice distrettuale ha posto una sospensione temporanea solo pochi giorni dopo l’entrata in vigore, lasciandolilegali fino a 22 settimane. A novembre 2023 il 57% degli elettori dell’Ohioha approvatol’inserimento nella Costituzione statale di unemendamento che protegge il diritto all’aborto, la contraccezione e i trattamenti di fertilità,impedendo allo Stato di interferire nelle “decisioni riproduttive” dei suoi cittadini. Nel 2024 alcuni Stati potrebbero doversi esprimere sull’entrata in vigore del diritto all’aborto nella Costituzione statale: inMissouri, il primo ad aver messo al bando la procedura dopo il ribaltamento diRoe, una coalizione di gruppi per i diritti riproduttivi sta cercando di inserire una proposta di emendamento costituzionale che sancirebbe nella Carta dello Stato un linguaggio cheprotegge il diritto all’aborto fino alla 24° settimana di gravidanza, con eccezioni da lì in avanti per la vita e la salute della donna. Il5 novembre 2024, in concomitanza con le presidenziali, nello Stato diNew Yorksi voterà unemendamento costituzionale per vietare la negazione dei diritti a un individuo sulla base della sua “gravidanza, esiti della gravidanza, assistenza sanitaria e autonomia riproduttiva”, insieme ad altre classi come etnia, disabilità, età e sesso. InMaryland, nelle elezioni del 2024, sarà al vaglio lamodifica della Costituzioneper vietare la negazione dei diritti a un individuo in base a “gravidanza, esiti della gravidanza, assistenza sanitaria e autonomia riproduttiva” e ad altri elementi come etnia, disabilità, età e sesso. In vista della nomina del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, i Democratici al Senato prevedono chel’aborto sarà una questione determinante:Donald Trump, ritenuto dagli attivisti abortistiil Presidente più vicino alle tematiche anti-aborto, ha già vinto le primarie Repubblicane in Iowa e ora si prepara a trionfare anche in New Hampshire, seconda tappa deicaucus, dopo il passo indietro del candidato Ron DeSantis, attuale governatore della Florida. Probabilmente Trump, che durante il suo mandato ha nominato tre giudici della Corte Suprema che hanno poi votato per ribaltareRoe v. Wadenel 2022, diventerà (ancora una volta) il nuovo sfidante di Joe Biden.
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