Ambiente

Slana, il fiume che si è tinto d’arancione

Il corso d’acqua slovacco ha cambiato colore a causa del ferro proveniente dai residui di una miniera. I residenti dell’area raccontano di pesci e altri animali selvatici morti
Il fiume Slana, diventato arancione a causa della contaminazione da ferro
Il fiume Slana, diventato arancione a causa della contaminazione da ferro Credit: G. Nagy
Tempo di lettura 4 min lettura
24 maggio 2022 Aggiornato alle 09:00

Fa paura il fiume arancione. I pesci vengono a galla, gli animali selvatici giacciono senza vita sulle sue sponde e nessuno, in Slovacchia, si fida più di quel che arriva dal rio.

Il fiume Slana, o Sajo, ha letteralmente cambiato colore a causa del ferro proveniente dai residui di una miniera della Slovacchia causando quello che secondo i residenti potrebbe essere un enorme disastro ambientale.

Lungo quasi 230 chilometri, il corso d’acqua scorre tra Slovacchia e Ungheria, attraversando diverse città e villaggi. In uno di questi, il paese slovacco di Nizna Slana, c’è una miniera statale: la compagnia mineraria Rudne Bane riconosce che l’acqua è contaminata dal ferro ma respinge ogni accusa di disastro. Anzi, spiegano che l’acqua proviene da una sacca di minerale di ferro sotterranea che era rimasta allagata diversi anni fa (prima del 2008) e ci tengono ad assicurare che «Rudne Bane non ha alcuna responsabilità» e che non si tratta di una sostanza nociva o inquinante.

Eppure i residenti di Nizna Slana, che hanno visto il fiume cambiare colore e osservato animali morti, sono scettici rispetto all’idea che lo Slana sia ancora in salute. Il colore arancione è dovuto all’alto livello di ferro presente e sotto le pietre dell’alveo sembra essersi accumulata una sostanza che assomiglia alla ruggine. Uno dei residenti, il pescatore locale Tibor Varga, ha dichiarato ad alcune agenzie stampa di aver monitorato il fiume da tempo e aver notato che da febbraio, quando ha cominciato a cambiare colore, sempre più animali selvatici sono morti.

«Non c’è nessuna creatura vivente sotto i ciottoli. Questo alto contenuto di ferro copre le branchie dei pesci e riduce la superficie dove i pesci respirano, iniziando a soffocare», ha spiegato. Al momento l’autorità idrica ungherese sta prelevando alcuni campioni di acqua del Sajo (così si chiama dal lato ungherese) specificando però che nello Stato governato da Viktor Orbán solo occasionalmente il fiume è diventato “leggermente marrone”, senza particolari ripercussioni sugli ecosistemi fluviali.

Dall’altro lato invece il ministro dell’ambiente slovacco si è limitato a dire che i primi controlli (nel punto più vicino al confine) non avevano mostrato livelli di inquinanti fuori dai limiti. Eppure nel frattempo è stato chiesto al ministero delle finanze un intervento da 200.000 euro per alleviare la situazione, sempre ribadendo che la compagnia mineraria non è ritenuta responsabile.

Il parlamentare ungherese Balazs Orban però non la pensa così, tanto che ha affermato che quanto avvenuto nello Slana «ha causato una grave catastrofe ecologica nella parte slovacca del fiume». Anche molti residenti, da entrambe le sponde e Paesi, continuano a evitare di mangiare i pochi pesci pescabili finché non sarà fatta chiarezza.

Qualche prima risposta sulle reali condizioni del fiume potrebbe però arrivare già nei prossimi giorni dopo che il futuro ministro dell’Agricoltura nel nuovo governo ungherese, Istvan Nagy, incontrerà il ministro dell’Ambiente slovacco Jan Budaj, per parlare della situazione. «Il fiume Sajo e la sua fauna - ha concluso Nagy - sono un’eredità naturale comune. Il mio primo viaggio internazionale dopo il mio insediamento come ministro dell’Agricoltura sarà per incontrare il ministro dell’Ambiente slovacco. Non dimentichiamoci che è nostro dovere comune tutelare il mondo che abbiamo creato e conservare la sua biodiversità».

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