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Cop26 quanto investirà la finanza per tagliare le emissioni di Co2?

Durante il Finance Day 450 banche e gestori patrimoniali si mettono in gioco per raggiungere zero emissioni entro il 2050
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4 novembre 2021 Aggiornato alle 18:01

A Glasgow è giunto il momento di parlare di finanza.

Nel giorno del Finance Day della Conferenza sul clima organizzata dall’ONU, si è discusso su come mobilitare il denaro necessario per finanziare la transizione energetica e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

Così ministri delle Finanze, capi delle istituzioni finanziarie internazionali ed esponenti di banche e gruppi finanziari privati si sono ritrovati al cospetto del grande modellino in scala del Pianeta Terra posizionato nel salone principale dello Scottish Event Campus per parlare di numeri. Anzi, di migliaia di miliardi di dollari di investimenti. Dopo la decisione di alzare a 100miliardi di dollari all’anno la quota da versare ai Paesi in via di sviluppo, la coalizione composta da 450 banche, assicuratori e gestori patrimoniali che rappresentano 45 Paesi ha fissato l’obiettivo di stanziare 130mila miliardi di dollari per raggiungere le zero emissioni entro il 2050. Lo ha dichiarato Mark Carney, presidente della Glasgow Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), che verrà affiancato nel suo lavoro dall’imprenditore e politico americano Michael Bloomberg.

Intanto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha annunciato che l’Italia sarà co-investitore di un fondo da dieci miliardi (con il proposito di raggiungere quota 100miliardi). Si chiamerà Global Energy Alliance e i capitali arriveranno da attori del settore privato. Il fundraising p in corso: “L’obiettivo è raggiungere 1 miliardo di persone con sorgenti di energia rinnovabile e affidabile - ha detto Cingolani -, ridurre di 4 miliardi di tonnellate la CO2 e creare 150 milioni di posti di lavoro”.

Secondo il premier britannico e padrone di casa Boris Johnson, è necessario andare avanti col “duro lavoro, perché molto deve essere ancora fatto”. C’è bisogno di “saggezza collettiva”, così l’ha definita Johnson, per salvarci da un disastro evitabile. Lo ha detto parlando alla Camera dei Comuni, a Londra. Da Glasgow, a rappresentare il Regno Unito, c’è il ministro delle Finanze Rishi Sunak, che ha annunciato che le aziende che rappresentano il 40% dei capitali finanziari mondiali, si conformeranno agli Accordi di Parigi per contenere l’aumento delle temperature entro 1,5° C. Dal 2023 entrerà l’obbligo, per queste società, di pubblicare un piano chiaro e attuabile per la decarbonizzazione.

Boris Johnson non è l’unico leader assente alla Cop26: il summit dei capi di Stato e di governo della durata di due giorni, infatti, si è già concluso ieri. Ora tocca a tecnici e negoziatori, che avranno il compito di chiudere gli accordi e portare a casa risultati concreti. Per ora si è parlato di decarbonizzazione più accelerata, del fondo da 100 miliardi all’anno per i Paesi poveri e della definizione di un mercato globale del carbonio.

Tra coloro che sono rimasti a Glasgow c’è anche lei, Greta Thunberg. L’attivista svedese ha annunciato uno sciopero del clima per venerdì mattina e una marcia per sabato: un modo per non distogliere l’attenzione pubblica dalla Cop26 ora che i leader del Pianeta sono tornati a casa.