Bambini

Facciamo il girotondo dei vestiti

Tanti genitori li scambiano, altri li comprano usati, altri li riciclano. E sai perché è bello riutilizzare gli abiti? Perché anche magliette e shorts inquinano. Tantissimo!
Illustrazione di Rocco di Liso
Illustrazione di Rocco di Liso
Tempo di lettura 4 min lettura
21 maggio 2022 Aggiornato alle 09:00

Quando pensi all’inquinamento, cosa ti viene in mente? Ciminiere che sputacchiano nuvole di fumo, isolotti di rifiuti in mezzo al mare e cartacce buttate sul marciapiede? L’inquinamento è anche questo, ma non solo. Guardati allo specchio. L’inquinamento ce l’hai addosso: sono i tuoi vestiti. I tuoi vestiti non sporcano mentre li porti, la colpa non è tua. I tuoi vestiti inquinano prima e dopo che li hai usati.

Gli abiti non crescono sugli alberi. Bisogna fare i fili, poi la stoffa, poi i vestiti. Adesso le compere non si fanno solo nei negozi ma anche su internet. Un aereo ci spedisce gli acquisti e un altro aereo se li riporta via se non ci piacciono. Quando non ci stanno più, bisogna fare qualcosa con tutti questi vestiti. O meglio, bisognerebbe. Sai che ogni anno vengono bruciati 60 miliardi di chili di vestiti vecchi? Per fare spazio. Sai a cosa? A nuovi vestiti che verranno prodotti, spediti con l’aereo, usati poco, buttati subito e poi bruciati. Che brutto girotondo!

C’è un girotondo bello, però, che stiamo imparando a fare. È la “ronda dell’economia circolare”. L’economia circolare è quando provi a fabbricare una cosa da vendere senza creare spazzatura: costruisci il tuo bell’oggetto, lo vendi, qualcuno lo usa e, quando non funziona più e non può essere aggiustato, viene riciclato e serve a costruire nuove cose da vendere, usare, aggiustare, riciclare… e così via!

Per salvare la natura, bisogna immaginare nuovi modi di fare le cose. Nuovi modi di mangiare, di viaggiare, di andare a scuola e al lavoro, di vestirci. Appena noi grandi ci voltiamo, per esempio, voi siete già cresciutə di 3 centimetri e 2 numeri di scarpe e i vestiti comprati un mese fa vi strizzano come un salamino.

Per evitare di comprare dei vestiti che userete pochissimo, adesso si possono noleggiare. Si paga poco poco, si prende in prestito quello che serve e, quando non vi sta più, si restituisce. Un’altra scelta per non dover produrre nuovi vestiti è comprarli di seconda mano, cioè già usati: costano poco e sono stilosissimi.

I tessuti che servono a fare i vestiti vengono dalle piante, dagli animali o sono sintetici, cioè a base di materiali inventati dagli umani. Negli ultimi tempi ci stiamo mettendo d’impegno per creare delle stoffe riciclate, cioè ottenute a partire dai rifiuti come gli stracci ma anche le bucce d’arancia e le bottiglie di plastica! In questo modo, quello che era considerato spazzatura rientra nel girotondo buono e serve a costruire cose che saranno vendute, usate, aggiustate e di nuovo riciclate.

Smettere di comprare vestiti nuovi, noleggiarli, inventare stoffe ecologiche sono scelte coraggiose. Infatti, per salvare il Pianeta bisogna avere coraggio e non fare le cose per finta. Oggigiorno proteggere l’ambiente va molto di moda. Mica come quando eravamo piccoli noi che sembravi un ganzo se buttavi a terra le gomme da masticare e gli scontrini.

Quando una marca fa finta di avere a cuore la natura ma continua a inquinare, si dice che fa “greenwashing”. Vuol dire che dà qualche pennellata di verde ai suoi discorsi per fare bella figura ma in realtà non ha il coraggio di cambiare davvero. Di fare tutti quei passi di danza che compongono la ronda dell’economia circolare, dove non si butta via niente e tutto ha una nuova vita.

A te va se giochiamo a cambiare il mondo? Giro giro tondo, salva il mondo, salva la Terra… e tutti giù per terra!

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