Ambiente

Piccoli gesti per aiutare le api (non solo nel World Bee Day)

Oggi è la giornata dedicata agli impollinatori. Le api sono in declino, ma varie iniziative ci ricordano come possiamo proteggerle
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20 maggio 2022 Aggiornato alle 07:00

Cosa hanno in comune mandorle, mele, fragole, frutti rossi, caffè, cacao e tanti altri cibi che amiamo? Un insettino piccolo piccolo ma estremamente fondamentale: l’ape.

Questo fantastico animale oggi è la chiave della sopravvivenza, insieme al ruolo degli altri impollinatori, di almeno il 35% dei cibi che consumiamo, eppure finora abbiamo fatto ben poco per aiutarlo.

Tra crisi climatica innescata dall’uomo, uso di pesticidi e fertilizzanti, invasione di specie aliene, perdita di habitat e cambiamenti degli ecosistemi oggi oltre il 40% delle popolazioni di api è seriamente a rischio e in forte declino.

Se le perdessimo, alcune coltivazioni come grano, riso o mais andrebbero avanti comunque, ma che ne sarebbe di tutto il resto? Solo gli impollinatori, si stima, garantiscono infatti la sopravvivenza tra l’84 e il 90% delle piante da fiore.

Le api sono dunque fondamentali per noi e gli equilibri del Pianeta, anche se troppo spesso ce lo dimentichiamo: così, per ripassare un po’ il valore unico di questi insetti, il 20 maggio da tempo si celebra il “World Bee Day”, giornata mondiale dedicata alle api e agli impollinatori.

Tantissime le iniziative in programma in tutta Italia e nel mondo in occasione della celebrazione e altrettanti sono gli impegni, da parte degli scienziati, per continuare a monitorare e studiare lo stato di salute delle api.

Tra questi ci sono per esempio diversi studi che stanno conducendo i ricercatori dell’Università Roma Tre guidati dal professor Andrea Di Giulio, in vari ecosistemi: da Roma al Circeo, dalla Sardegna alla Foresta Amazzonica in Perù. Ricerche sia sulle api sia su altri impollinatori e insetti come farfalle, vespe, cimici, mosche, scarabei e grilli.

Nel progetto “Monitoraggio degli Impollinatori del Parco Nazionale del Circeo” si sta svolgendo il campionamento di api e farfalle diurne “sia in aree naturali e habitat fragili, come il promontorio e le dune sabbiose del litorale di Sabaudia, sia presso aziende agricole, per determinare le specie presenti” ricorda l’Ateneo.

In quello “Impollinatori di Roma”, si studiano la diversità di api e coleotteri floricoli nelle aree naturali protette della città di Roma, con l’obiettivo di valutare per due anni le specie presenti nelle “isole verdi” capitoline e definire le specie vegetali visitate da tali insetti.

In Sardegna sotto la lente di ingrandimento sono invece gli insetti impollinatori dell’isola Culuccia, mentre nella missione “Le api senza pungiglione della Foresta Amazzonica del Perù” vengono mappate le specie di uno degli ecosistemi più ricchi al mondo di biodiversità e al tempo stesso tra i più minacciati a causa della deforestazione.

Mentre biologi ed esperti continuano gli studi per comprendere come proteggere questi animali, il progetto Save the Queen che vede unite Legambiente e Beeing per sensibilizzare i cittadini sulla drammatica condizione degli impollinatori, ci ricorda che ognuno di noi anche nel quotidiano può fare qualcosa per aiutarli. Come ricorda Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, «serve che l’opinione pubblica si senta chiamata in causa in prima persona e si mobiliti non solo il 20 maggio ma quotidianamente. Esporre un capo giallo sul balcone e metterci piante amiche delle api, mettere un’ape colorata sulla porta di casa propria o dell’ufficio (la si può scaricare dal sito dell’iniziativa ) sono solo piccole azioni che però possono significare molto in termini di sensibilizzazione.

Serve che tutte e tutti ci si renda conto che la partita riguarda tutti da molto vicino. Le istituzioni possono e devono fare di più, anche e soprattutto rispetto all’utilizzo della chimica in agricoltura, ma ciascuno deve fare la propria parte, anche con un piccolissimo contributo come quello di mettere sul balcone piante amiche delle api tra cui la calendula, il coriandolo, il cumino, il rosmarino, il timo, la lavanda e la malva».

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