Culture

Francesca Cavallo e la libertà di essere chi vogliamo

La “bambina ribelle” Francesca Cavallo torna in libreria con il romanzo autobiografico Ho un fuoco nel cassetto. Un racconto sull’inesauribile ricerca di sé
Credit: dal sito Illibraio.it
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
19 maggio 2022 Aggiornato alle 19:00

“Forse me lo chiese perché mi ero appena rasata i capelli a zero. E ogni scelta diversa, ogni scelta che deviava dalla norma, doveva essere vagliata, passata ai raggi x, per assicurarsi che la norma non fosse realmente messa in discussione. Io sapevo solo che mi piaceva l’idea di avere i capelli corti. Che mi piaceva la mia ombra con i capelli corti”.

Romanzo autobiografico sull’inesauribile ricerca di sé, Ho un fuoco nel cassetto di Francesca Cavallo (Salani) ripercorre le tappe di un viaggio introspettivo e non solo, che inizia nel paesino di Lizzano, in provincia di Taranto, famoso per “i furti d’auto e il traffico di eroina”, nella “casa missile” (lunghissima e stretta) dei suoi fino all’appartamento enorme, ultramoderno e vuoto di Los Angeles.

Figlia di un venditore d’auto e di una casalinga, nel giro di qualche anno è riuscita a fondare un’azienda multimilionaria in California.

“Allora non lo sapevo, ma sono cresciuta in un mondo di uomini. Un mondo cattivo. Le donne, in quel mondo, lucidavano gli interni di case non finite. Esasperate senza saperlo dalla ripetitività dei lavori domestici e dalla cura dei bambini, isolate, prive di qualsiasi prospettiva di realizzazione personale o professionale che non passasse dalla famiglia, non andavano al bar, non lavoravano, uscivano solo per fare la spesa”.

Da una cittadina del Mezzogiorno alla Silicon Valley, dai primi amori, per la piccola Teresa, poi per l’amica Giulia, tra sensazioni e sentimenti confusi, dissimulati ed etichettati nel modo sbagliato pur di renderli socialmente accettabili, alla scoperta della propria identità queer e allo scontro incessante con un mondo del lavoro escludente, che tuttora relega ai margini donne e minoranze.

Una storia personalissima, fatta di conquiste e fallimenti, salti nel vuoto e prese di coscienza, ma anche un appello universale e spassionato a non avere timore di deragliare, di “dar fuoco alle polveri” per demolire i muri che ci impediscono di essere davvero liberi e un invito a ripensare i sistemi e i valori esistenti e interiorizzati.

La libertà, infatti, è come il fuoco e quando si accende non si sa dove possa arrivare. “Per noi donne, per noi lesbiche, per noi queer, per noi con la pelle scura, per noi disabili, per noi transgender, il primo passo verso l’evasione è coltivare il desiderio di vedere quello che c’è fuori. Oltrepassare i confini che qualcuno ha disegnato per noi. Scavalcare le aspettative che hanno incanalato le nostre vite fin da quando siamo nate. Per me, prendersi la libertà vuol dire appiccare il fuoco. Anche se non abbiamo un’idea precisa della direzione in cui andranno le fiamme, di quello che troveranno sulla loro strada, dei varchi che apriranno, dei corridoi che renderanno impraticabili”.

Dopo lo straordinario successo di Storie della Buonanotte per bambine ribelli (6 milioni di copie vendute in tutto il mondo) - scritto a 4 mani con Elena Favilli e tradotto in 48 lingue - Francesca Cavallo torna in libreria a partire da oggi per raccontarci con la sua scrittura lieve e ironica la propria personale battaglia contro gli stereotipi di qualsiasi tipo.

Scrittrice, regista teatrale, imprenditrice e attivista, ha fondato Sferracavalli, il festival internazionale di immaginazione sostenibile e nel 2011 Timbuktu Labs, sempre con Elena Favilli, una startup media dedicata all’infanzia.

Nel 2018 ha vinto il premio Publisher’s Weekly Star Watch Award a New York e l’anno successivo ha scritto il suo primo romanzo per bambini, Elfi al quinto piano.

Dal 2021 vive a Roma con la sua gatta Dopamina e con lei acciambellata sulle gambe, ha scritto Ho un fuoco nel cassetto.

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