Francesco Carpano
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Ambiente

L’impianto romano «è una risposta di amore e passione per la Capitale»

Secondo il consigliere capitolino di Azione, Francesco Carpano, le posizioni del fronte del “no” al progetto del sindaco Gualtieri sono ideologiche e figlie di pavidità politica
di Riccardo Liguori
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
18 maggio 2022 Aggiornato alle 07:00

È una scelta che andava fatta anni fa, ma che è stata rimandata per mancanza di coraggio e pavidità politica. Impendendo a Roma di liberarsi dall’emergenza rifiuti.

Per questo, secondo il consigliere di Roma capitolino, Francesco Carpano, la proposta del sindaco Gualtieri di costruire un termovalorizzatore non può che essere appoggiata. «Noi dell’opposizione - ha spiegato alla Svolta l’esponente di Azione - abbiamo deciso di sostenere questa iniziativa. Anche grazie all’esperienza dell’amministrazione Raggi, lo stesso Gualtieri ha capito che se non si decide, prima o poi si pagheranno le conseguenze».

Perché il termovalorizzatore può essere parte della soluzione?

Sì, una parte della soluzione. La stessa raccolta indifferenziata, da sola, non risolverebbe il problema: a Roma è di poco sopra il 40%. Dunque, anche se raggiungessimo la media nazionale del 60%, rimarrebbe comunque fuori una parte consistente da smaltire. Se a questo aggiungiamo lo scarto indifferenziato non riciclabile, ci ritroviamo con centinaia di migliaia di tonnellate di spazzatura tra le mani. A quel punto o le destiniamo alla discarica, producendo otto volte la quantità di gas climalteranti rispetto a quella emessa da un termovalorizzatore, oppure le bruciamo. Ricavandone energia elettrica.

Ma la raccolta differenziata rimane parte della soluzione, è corretto?

Certamente: la raccolta differenziata va sostenuta e incoraggiata. L’Unione europea è stata molto chiara: bisogna arrivare al 65% di riciclo al 2035 e quindi al 75-80% di raccolta differenziata. Tuttavia, soprattutto nelle grandi città, ci sarà sempre del rifiuto urbano residuo che non si potrà differenziare. Per cui, sul piano dell’efficienza del sistema, il termovalorizzatore è da preferire alla discarica. Se noi ci impegniamo a portare, come ha fatto Virginia Raggi, i rifiuti in discarica o, peggio ancora, nei termovalorizzatori di altre regioni e Stati, creiamo un danno ambientale. Invece, se consideriamo anche la possibilità di attrezzare, in futuro, il termovalorizzatore con tecnologie in grado di catturare la CO2 emessa, ancora meglio.

In campagna elettorale il vostro partito si era schierato a favore di questa opzione.

Corretto. Tra l’altro, l’abbiamo proposta ben prima di Gualtieri. D’altra parte, sono moltissime le città, anche italiane, ad avere un termovalorizzatore: da Milano a Torino fino a Napoli, Bolzano e Padova. Quindi, perché Roma no?

Tra le critiche mosse a questo progetto figurano le dimensioni dell’impianto e il potenziale disincentivo alla raccolta differenziata.

Parto dal secondo punto che, piano empirico, non si verifica. Basta guardare a Milano, che presenta una percentuale di raccolta differenziata di 20 punti superiore a quella di Roma, pur avendo un impianto che brucia 500.000 tonnellate di rifiuti l’anno. Inoltre, la Lombardia ha 13 inceneritori e raggiunge, superandola, il 70% di raccolta differenziata.

Per quanto riguarda invece le dimensioni del futuro termovalorizzatore, è ovvio che deve essere in grado di bruciare centinaia di migliaia di tonnellate. Parliamo di una città che ne produce due milioni di tonnellate. Per questo il termovalorizzatore deve essere adeguato alle dimensioni di una città, e dunque alla sua produzione di rifiuti.

Dunque le ragioni del fronte del “no” sono infondate?

O sono ideologiche oppure figlie di pavidità politica. Evidentemente, chi fa parte dell’opposizione al termovalorizzatore preferisce lisciare la pancia delle paure della gente pur di esprimersi attivamente per il bene della città. Chi ne sta più risentendo è la città stessa, ormai famosa in tutto il mondo anche per la sua incapacità di gestire i rifiuti e le buche che costellano le strade. Mi pare ormai ovvio che il problema della spazzatura non può essere risolto, semplicemente, esportandola. Quella destinata ora all’Olanda dove finirà quando scadrà il contratto firmato con il Paese nordeuropeo? Dovremo a quel punto trovare un’altra discarica o un altro inceneritore.

Che cosa si augura per Roma?

Roma ha bisogno di una classe dirigente che la ami. E il termovalorizzatore è, se vuole, una risposta di amore e passione per questa città, che la politica in questi anni non ha avuto. Per questo abbiamo ben accolto la scelta del sindaco, che ci ha sorpresi.

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