Ambiente

Chi fermerà le cavallette in Sardegna?

Siccità e consumo eccessivo del suolo: secondo il Cnr, sono tra le cause dell’invasione di locuste nell’isola. Che potrebbe mettere a rischio 25.000 ettari di raccolto
Credit: Duong Thinh/Unsplash
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17 maggio 2022 Aggiornato alle 21:00

Tra le infinite scuse usate per giustificarsi dall’aver abbandonato la sua donna alla fine John Belushi nel film The Blues Brothers invoca anche loro, le cavallette!

Dalla religione al cinema, questo insetto che tutto divora e devasta viene sempre descritto come una grande piaga che oggi, a quanto pare, ha persino un alleato in più: la crisi climatica.

Gli effetti di questa alleanza sono ben visibili nel Corno d’Africa dove da quasi quattro anni piove pochissimo e la siccità e particolari condizioni meteo favoriscono una anticipata schiusa delle uova e stanno portando a sciami di locuste sempre più grandi ed efficaci, capaci di distruggere in poco tempo migliaia di ettari di raccolto.

Anche in Sardegna, negli ultimi anni, il problema della cavallette è sempre più all’ordine del giorno: se nel 2020 questi insetti contribuirono alla perdita di 13mila ettari di raccolti, quest’anno le previsioni sono ancor più nere. La Coldiretti stima infatti che tra Nuoro, Noragugume, Bolotana, Illorai, Olzai, Teti, Sarule, Sedilo, fino a Barbagia o Ottana, nella cui piana si trova probabilmente l’epicentro dell’invasione, le cavallette possano arrivare a mangiarsi 25.000 ettari di raccolto.

Polifaghe e voraci, le locuste nell’isola sarda stanno distruggendo le coltivazioni ma anche orti, giardini, così come il foraggio destinato agli allevamenti e diverse realtà produttive che ora rischiano di finire in ginocchio.

Nel primo dopoguerra, la Sardegna sperimentò una invasione quasi “biblica” ma da allora, tra introduzione di coleotteri capaci di mangiarsi le uova di locuste e altri sistemi si trovò un modo, almeno parziale, per risolvere parte del problema. Oggi però il Cnr spiega che ad agevolare la proliferazione di cavallette anche in Sardegna sono le condizioni del nuovo clima: con inverni miti e precipitazioni scarse, se non dimezzate, e temperature superiori di quasi 0,5 gradi rispetto alla media, questi insetti trovano le condizioni ideali per raggiungere popolazioni importanti e difficili da contenere.

«Tutto lascia pensare che i cambiamenti climatici possano avere influito pesantemente sulle popolazioni di cavallette, favorendole. Ciò non toglie che i fattori in causa sono sicuramente numerosi, non ultimo l’uso del suolo da parte dell’uomo che con le sue attività contribuisce fortemente allo sviluppo della cavalletta naturalmente in modo inconsapevole» fa sapere il Cnr in una nota.

Anche per questo, con poche armi a disposizione per riuscire a contenerle, la Coldiretti chiede uno sforzo unitario nel combatterle. «Sciami di milioni di cavallette stanno divorando i raccolti delle campagne» racconta l’associazione di categoria ricordando come per arginare questa “catastrofe biologica” si sta studiando «l’impiego di specifici insetti anti-cavallette che si nutrono delle uova e di particolari funghi che attaccano le larve, mentre si lavora a una app per segnalare tempestivamente la presenza delle locuste nei campi. Anche perché con l’arrivo del caldo si moltiplicherà la schiusura delle uova e il numero delle cavallette».

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