LaChapelle crede nei miracoli
La notte dei Musei 2022 è alle porte. Tra sabato 14 e domenica 15 maggio al via una grande iniziativa in tutta Europa che apre musei, parchi e siti archeologici oltre l’orario diurno.
Molti istituti e poli museali italiani hanno aderito consentendo le visite dalle 20 fino alle 2 di notte (con ultimo ingresso all’1). Tutto al prezzo simbolico di 1 euro: dai Musei Capitolini a Roma, agli Uffizi a Firenze, dalla Pinacoteca di Brera a Milano ai resti di Pompei. Inoltre sul sito del Ministero dei beni culturali è consultabile l’elenco dei musei pubblici coinvolti.
Tra le mostre da non perdere questo week-end, al Mudec (Museo delle Culture) di Milano fino all’11 settembre c’è la straordinaria mostra personale e inedita di David LaChapelle, intitolata “I Believe in Miracles”.
Un percorso espositivo, curato da Reiner Opoku e Denis Curti, in collaborazione con lo studi LaChapelle, che indaga le sfumature e le pieghe dell’animo umano, tra dolori, gioie, solitudini, passioni e ideali, l’essere umano nel rapporto con se stesso, con la realtà circostante, con i suoi simili e con la natura.
Tra le sale un totale di 90 opere, alcune tratte dalle serie realizzate negli anni precedenti, come Land Scape che riflette criticamente sull’antropocentrismo, altre invece che rimandano ai celebri scatti di superstar - Madonna, Britney Spears, Michael Jackson, David Bowie e tanti altri - che lo hanno consacrato icona della cultura pop. Ma anche alcuni scatti inediti che denunciano la vulnerabilità del pianeta e le fragilità dell’essere umano.
Una retrospettiva che si risolve in un viaggio intimo dell’autore tra incertezze e dubbi del presente, fino alla conquista di un nuovo Eden, nel quale l’uomo e la natura possano vivere finalmente in armonia. Si tratta di opere frutto di una realtà post pandemica e ambientate nel verde delle Hawaii, dove LaChapelle si è trasferito stabilmente.
Gli scatti rappresentano delle reinterpretazioni di alcuni episodi biblici ed evangelici e sprigionano un’atmosfera più realistica rispetto al tono surreale a cui ci aveva abituati la fotografia dell’artista.
Come spiegano i curatori, riferendosi al titolo della mostra, “LaChapelle ci invita a creare nuove relazioni con le persone, con la natura, con il consumo, con la spiritualità. Un altro mondo è possibile. David LaChapelle crede nei miracoli.”