Futuro

Le imprenditrici self-made sui social/3

Ecco la terza puntata del nostro viaggio tra i piccoli brand di moda e design che si fanno strada grazie a Instagram. In vista dell’estate, un focus su beachwear e beauty
Credit: dal profilo Instagram di StefyFlower
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
13 maggio 2022 Aggiornato alle 19:00

Donne, lavoro, ispirazione e intraprendenza: sono i temi che domani, sabato 14 maggio, affronteranno le ospiti dell’incontro “Rifioriamo” in occasione della Bettoja Fashion Week. Un talk che vedrà dialogare Maria Erica Danese, Head of Institutional Communication, Sustainability and Sponsorship di TIM, Azzurra Rinaldi, Direttrice della School of Gender Economics all’Università Unitelma Sapienza di Roma, e Cristina Sivieri Tagliabue, Direttrice de La Svolta.

Un’occasione anche per parlare del nostro progetto dedicato alle imprenditrici self-made sui social: nelle scorse puntate abbiamo raccontato brand di moda e accessori.

L’ondata di caldo di questi giorni ci proietta, invece, direttamente sul lettino in riva al mare. Abbiamo dato spazio a piccoli brand del beachwear e del beauty.

Licia Julia Cavaliere @stregheinbikini

Una mamma lavoratrice, un ambiente aziendale che le diviene ostile, la decisione - sofferta – di licenziarsi. Ma la storia di Licia Julia Cavaliere, esperta di marketing e comunicazione, ha un lieto fine. Dopo aver lasciato il suo impiego, Licia studia e intravede una nicchia del mercato: i costumi da bagno per bambine, un’idea che nasce mentre è in attesa del suo bambino (“credevamo fosse femmina”, ci confessa).

Punto forte del progetto è disegnare costumi in cotone, completini con pon pon, balze e petali come quelli che negli anni ’70 la stessa imprenditrice indossava da piccola sulle spiagge di Positano, ma riproposti in chiave moderna, più comodi e attenti alle esigenze delle bambine.

Se gli altri marchi puntano tutto sulle fantasie, lei rimane sul monocolore ma cerca tessuti di qualità. E se i bikini per bambine in genere sono tutti a fiori, lei azzarda con l’animalier.

L’idea funziona, il nome pure: “Streghe in bikini mi è venuto in mente pensando a me stessa da bambina, un po’ scompigliata e vivace, ma con un bel costume addosso”.

Dal 2013 l’attività cresce, tanto da rifornire 75 negozi, anche all’estero: poi, con la pandemia, Licia sceglie di concentrarsi nello sviluppo del sito online. “Quanto ho investito all’inizio? Poco, 2.000 euro al massimo e ho venduto i primi 200 pezzi a due negozi che conoscevo. Un passo alla volta ho investito sempre un po’ di più, ma per cominciare basta poco”.

La maggiore difficoltà affrontata è stata “farsi prendere sul serio, superare il pregiudizio delle persone che tendono a considerarti come una che lavora per sfizio e non come un’imprenditrice che investe tempo e denaro”.

Sonia Schivardi e Sara Guarneri @you_beauty_lab

Anche nel mondo del beauty sono tanti gli esempi di imprenditrici self-made, come @you_beauty_lab che si occupa di estetica rigenerativa e wellness. Due socie in affari a Brescia che sulla bio del profilo Instagram del marchio si definiscono Sognatrici professioniste e propugnano “Free gender skincare”.

Una passione, quella per il mondo del beauty, scoperta sin da subito e coltivata con scuole e corsi di estetica. Dopo vari anni di esperienza in centri estetici e nell’estetica di base, Sonia Schivardi e Sara Guarneri approdano all’estetica rigenerativa.

“Le principali difficoltà sono legate in primis all’offerta del mercato” dicono le imprenditrici. “Nel settore ci sono tantissimi brand che svolgono la propria attività su livelli diversi. Immettersi ora con le proprie proposte significa dover combattere il falso mito per cui una marca conosciuta comporta necessariamente un prodotto di qualità: le due cose non sono per forza correlate”.

E aggiungono: “L’altro grande impedimento è il costo delle materie prime, ovviamente molto alto se si vogliono realizzare prodotti buoni. Oltre a questo, poi, si devono aggiungere le spese per i test in laboratorio”.

Cosa cercano i clienti? Semplice: principi attivi efficaci e formulazioni pulite. Tra i prodotti più apprezzati gli esfolianti viso, le creme illuminanti e solari, le creme all’acido ialuronico per rallentare le contrazioni epidermiche - e quindi la formazione di rughe - e i cosmetici al retinolo.

@stefyflowers

Più che un brand di costumi, ama definirlo di beachwear o moda mare, perché l’obiettivo è la semplificazione e la versatilità.

Una tradizione familiare nel ramo della sartoria, una laurea in Economia e la passione per la bellezza: un mix perfetto che ha spinto @stefyflowers a lanciarsi nel mondo della moda. “Puntavo e punto tuttora a creare un modo di vestire che si adatti a esigenze e corpi diversi. Una donna per me deve poter scendere in spiaggia in bikini e alle 7 di sera tirare fuori dalla sacca da mare un vestitino per fare l’aperitivo”.

Perché proprio i costumi da bagno? Un puro caso. “Stavo facendo acquisti in un negozio di fiducia a Roma e parlando con il titolare è emerso che non riusciva a rifornirsi di costumi, così in modo scherzoso gli ho detto ‘Te li vendo io’”.

Dopo quella battuta, però, i costumi li realizza davvero e nel 2017 comincia a venderli come fornitrice al negozio committente. Decide di lasciarsi alle spalle il vecchio lavoro nel mondo del management e del digitale e si reiventa.

“La pressione era tanta, dovevo essere una brava professionista, una brava madre, una brava compagna. Sentivo il desiderio di cambiare e di creare qualcosa di mio. Alcuni hanno la fortuna di scoprire precocemente le proprie passioni, altri, come me, le trovano in una fase diversa della vita”.

Una volta scoppiata la pandemia, Stefyflower capisce le potenzialità della vendita online e crea una rete di rapporti con altre imprenditrici e artigiane, con cui organizza eventi e collaborazioni.

Se dovesse consigliare quali prodotti del suo brand adocchiare, suggerisce di provare le gonne longuette abbinate al sopra del costume o a un top, “un modo smart per essere elegantissima anche in spiaggia”.

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