Futuro

Chi sono i leader del futuro secondo “Time”

Dall’ambientalista del Nepal alla sindacalista di Starbucks, i 10 “Next generation Leaders” 2022 di Time. In cover, la giornalista ucraina Olga Rudenko
La redazione del Kyiv Independent: a sinistra, la caporedattrice Olga Rudenko (foto Oleg Petrasiuk).
La redazione del Kyiv Independent: a sinistra, la caporedattrice Olga Rudenko (foto Oleg Petrasiuk).
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12 maggio 2022 Aggiornato alle 20:00

Ispirano, creano, lottano, fanno informazione sotto le macerie, cercano di prendersi cura della natura ma anche della società che li circonda. Sono persone normali, come noi, ma hanno tutti quel qualcosa in più per essere considerati i leader del futuro ed essere inseriti nella lista dei “Next generation Leaders 2022” di Time.

10 volti giovani, alcuni sconosciuti al grande pubblico, con lavori e progetti negli ambiti più diversi, ma scelti dal settimanale statunitense perché di ispirazioni per le generazioni di oggi e di domani.

Dalla beauty influencer Deepica Mutyala al nuovo direttore creativo di Salvatore Ferragamo, Maximilian Davis, entrambi accomunati dalla ricerca della bellezza inclusiva per tutti i colori di pelle. Dalla barista di Starbucks Jaz Brisack, la prima a riunire in un sindacato tutti i lavoratori della catena di caffè statunitense, alla star nigeriana degli Afrobeats CKay e Bolor-Erdene Battsengel, il membro più giovane del gabinetto della Mongolia, conosciuta per aver iniziato una rivoluzione digitale dei servizi pubblici.

Anche se la copertina quest’anno è tutta per lei, Olga Rudenko, classe 1989, caporedattrice del Kyiv Independent, il giornale in lingua inglese fondato a novembre 2021 a Kyiv, a pochi mesi dallinizio della guerra in Ucraina.

«Siamo la prima generazione che non ha vissuto sotto l’Unione Sovietica, e che non ha provato quel tipo di repressione alle nostre libertà», racconta a Time Olga, conosciuta in tutto il mondo per aver continuato a fare informazione nei bunker antiaereo, per aver verificato le migliaia di informazioni che arrivavano anche a 100 metri sottoterra, e per aver mandato i suoi giornalisti sul campo per documentare cosa stesse succedendo nelle loro città.

«Non scriviamo solo una notizia, la viviamo», continua la giornalista ucraina. Indossa una T-shirt bianca con un cuore in mezzo al petto di due colori, blu e giallo come quelli della bandiera ucraina. Non una semplice start-up, la storia del Kyiv Independent, nato dopo la chiusura del più antico giornale ucraino in lingua inglese, il Kyiv Post, ha tutte le caratteristiche per esserne una di successo, anche durante una guerra.

Libero dalle pressioni di oligarchi e grandi gruppi editoriali, il giornale è cresciuto in modo esponenziale in pochissimi mesi - solo su Twitter è passato da avere 30.000 seguaci a oltre 2 milioni, distinguendosi nel racconto del conflitto tra Russia e Ucraina. Una guerra di sopravvivenza, come la chiama Olga, sia per il suo paese che per il suo Kyiv Independent, fondato con l’ambizione di farsi notare proprio per il giornalismo indipendente.

«Tutto quello a cui aspira l’Ucraina è essere un Paese libero dove le persone possano scegliere chi essere. E la Russia ne è l’opposto», sottolinea la giovane e determinata giornalista, fiera di essere arrivata lì insieme ai grandi sulla copertina del Time, e continuare a essere una testimone imparziale.

Dall’altra parte del mondo, in Nepal, Rinzin Phunjok Lama guida un team di ambientalisti che lavorano per coinvolgere la comunità locale documentando e tracciando la fauna selvatica minacciata dai cambiamenti climatici e in via di estinzione. Organizzano seminari in cui la popolazione locale condivide la propria conoscenza del paesaggio, ma anche club per insegnare ai bambini ad avere cura della propria terra fin da piccoli. E a diventare i leader del futuro.

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