Diritti

Il Senato Usa blocca il disegno di legge pro aborto

La proposta dei Democratici avrebbe trasformato in legge la sentenza Roe v. Wade. Per la vicepresidente Kamala Harris, ora più che mai è necessaria l’elezione di leader pro choice
Kamala Harris lo scorso 3 maggio durante la trentesima edizione del We Are Emily National Conference a Washington D.C.
Kamala Harris lo scorso 3 maggio durante la trentesima edizione del We Are Emily National Conference a Washington D.C. Credit: EPA/Yuri Gripas
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
13 maggio 2022 Aggiornato alle 13:00

Il Senato degli Stati Uniti ha respinto un disegno di legge pro aborto proposto dai Democratici, a poco più di una settimana dalla fuga di notizie riguardo la possibile revoca della Roe v. Wade da parte della Corte Suprema. Il provvedimento avrebbe garantito il libero accesso all’aborto, trasfrormando il contenuto della Roe in legge.

Per passare, la proposta avrebbe dovuto ottenere 60 voti su 100 (ne ha raggiunti 49): tra i contrari, tutti i Repubblicani e il democratico Joe Manchin III della Virginia Occidentale. A suo parere, il disegno di legge proposto avrebbe «ampliato» eccessivamente il diritto all’aborto.

«Ho appena presieduto alla votazione per il Women’s Health Protection Act e, tristemente, il Senato ha fallito nel battersi per il diritto delle donne di prendere decisioni riguardo il proprio corpo - ha dichiarato la vice presidente Kamala Harris dopo il risultato finale - La maggioranza degli americani crede nella tutela del diritto della donna di scegliere cosa accade al suo corpo. E questo risultato suggerisce con chiarezza che il Senato non è allineato sulla questione con la maggioranza degli americani».

«Inoltre, [la votazione] rende evidente come la priorità per tutti coloro che credono nella causa dovrebbe essere l’elezione di leader pro choice. Perché quello a cui stiamo assistendo in questo Paese è che ci sono leader Repubblicani estremisti che cercano di punire le donne per il solo fatto di voler decidere sul proprio corpo», ha aggiunto. Per lei la lotta non è finita.

L’intervento di Harris al Senato simboleggia l’appoggio della Casa Bianca alla causa, confermato anche dal presidente Joe Biden in tweet, nel quale esorta gli elettori a votare alle prossime elezioni di metà mandato senatori favorevoli all’aborto. «Se lo fanno, il Congresso può approvare questo disegno a gennaio e metterlo sulla mia scrivania, così posso firmarlo in legge», ha scritto.

Nonostante non ci fossero grandi dubbi da parte dei Democratici riguardo al voto finale, il partito blu si è battuto al Senato nella speranza che i risultati possano ora smuovere il dibattito pubblico, gli elettori e rappresentare i Repubblicani come degli estremisti.

«Eleggi più Democratici pro choice se vuoi proteggere la libertà e il diritto di scelta delle donne - ha dichiarato dopo la votazione il senatore Chuck Schumer di New York - Eleggi più Repubblicani se vuoi vedere l’aborto vietato a livello nazionale, se vuoi vedere dottori e donne arrestati, se non vuoi vedere eccezioni per stupri e incesti». Il democratico, infatti, ha avvertito sulla possibilità che il divieto venga imposto totalmente nel caso in cui il partito rosso riesca a raggiungere a novembre (alle elezioni di metà mandato) il controllo del Senato.

«Eccoci qui oggi, un corpo di 100 persone (il 76% dei quali sono maschi) che prendono decisioni sulla vita privata dei quasi 168 milioni di donne in questo Paese», ha affermato il senatore Patrick J. Leahy, democratico del Vermont, definendo questa situazione come «ridicola».

Prima dell’inizio della votazione in Senato, un gruppo di membri della Camera ha protestato al grido di “My body, my decision”.

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