Ambiente

Romano Prodi e i “ribelli” che chiedono un Patto verde Ue

Nel documento, redatto da 11 ex capi politici e funzionari Ue, si invita la Commissione europea a liberarsi dalla subordinazione dai combustibili fossili, non solo dai russi
Romano Prodi è stato Presidente della Commissione Ue dal 1999 al 2044 e premier italiano per 2 volte: dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008.
Romano Prodi è stato Presidente della Commissione Ue dal 1999 al 2044 e premier italiano per 2 volte: dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008. Credit: ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
6 maggio 2022 Aggiornato alle 13:00

La semplice diversificazione delle importazioni di combustibili fossili per liberarsi dalla dipendenza russa - che garantisce il 40% del gas dell’Ue e il 26% delle importazioni di petrolio che alimentano il riscaldamento domestico, i trasporti e le industrie in tutta Europa - servirà solo a mantenere la subordinazione energetica dell’Unione europea da altri Paesi. Molti dei quali non rispettano i valori della Ue.

Per questo, la risposta alla crisi scoppiata con la guerra in Ucraina si deve muovere di pari passo con una attuazione audace del Green Deal. Grazie a un Patto Verde di Emergenza per ridurre il ricorso a quelle fonti fossili che finanziano la guerra.

È questo il messaggio, chiaro e inequivocabile, contenuto nella lettera inviata da 11 ex capi politici Ue alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e al capo della politica climatica Frans Timmermans.

Nato per iniziativa di Pascal Lamy, ex presidente del Wto e capo staff di Jacques Delors, e dalla già Commissaria per il clima 2010-14 Connie Hoedegaard, il gruppo include Romano Prodi e alcuni commissari come Janez Potocnik e vicepresidenti della Commissione come Jirky Katainen.

Secondo gli 11 ex funzionari, Bruxelles necessita di un piano di emergenza per abbattere il ricorso all’uso di combustibili fossili, in linea con gli obiettivi climatici, puntando su risparmio energetico, espansione dei parchi eolici e solari e sugli incentivi alle imprese che intendono evolvere grazie all’impiego di tecnologie low-carbon.

Nella lettera, citata da Reuters, si richiede una mobilitazione economica in grado, da una parte, di aumentare l’ambizione dei target clima su edifici, trasporti, efficienza e rinnovabili e, dall’altra, di creare un fondo sociale di emergenza per garantire maggiore spazio fiscale per gli investimenti degli Stati. Dunque, allentando le regole di bilancio.

I firmatari hanno espresso la necessità di rivisitare il regolamento sulla tassonomia che classifica il gas come fonte di energia utile alla transizione verde, e di rivedere i nuovi contratti di fornitura. Che dovrebbero avere durata limitata.

Il 4 maggio, Bruxelles ha annunciato la proposta di un embargo totale al petrolio russo entro fine anno, come parte del nuovo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Per l’embargo totale ai prodotti raffinati bisognerà invece attendere qualche mese in più.

Tuttavia, attuare questa misura potrebbe essere più difficile del previsto viste le richieste di alcuni Paesi – come Slovacchia e Ungheria –, che desiderano ottenere speciali esenzioni dal bando alle importazioni.

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