Ambiente

La misteriosa scomparsa dei ricci di mare

Potrebbe essere un virus o un batterio. A oggi, però, non c’è certezza sulla morte dei preziosi spazzini delle barriere coralline
Un riccio di mare a spina lunga si muove, all'interno di un acquario, tra i coralli
Un riccio di mare a spina lunga si muove, all'interno di un acquario, tra i coralli Credit: UTC
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
6 maggio 2022 Aggiornato alle 21:00

Una misteriosa scomparsa sta interessando le grandi distese d’acqua intorno ai Caraibi. Nemmeno gli scienziati sanno da cosa potrebbe dipendere. Ma una cosa è certa, i ricci di mare a spina lunga (diadema antillarum) sono sempre meno.

Secondo l’Atlantic and Gulf Rapid Reef Assessment, un’organizzazione che monitora la salute delle barriere coralline nell’Oceano Atlantico occidentale e nel Golfo del Messico, la scomparsa di questi animali, constatata inizialmente lo scorso febbraio nelle Isole Vergini, si è diffusa fino all’ovest della Giamaica.

Dagli anni ’80 non si contavano così pochi esemplari di questi organismi marini invertebrati. Secondo Joshua Patterson, professore associato di pesca e scienze acquatiche dell’Università della Florida, quell’evento di 40 anni fa, «è riconosciuto come uno dei principali contributori al declino delle barriere coralline in tutta la regione che abbiamo osservato da allora».

I ricci di mare aiutano a mantenere un ambiente sano per la crescita dei coralli e in generale per l’ecosistema marino soprattutto perché, pascolando negli ambienti della barriera, si nutrono delle alghe dannose per i coralli.

«Sono un po’ come dei tosaerba della barriera corallina», ha detto Patterson. «Sono erbivori molto importanti perché mantengono la barriera corallina in uno stato favorevole alla crescita e alla riproduzione dei coralli».

Gli scienziati, come suddetto, non hanno ancora colto il motivo della sofferenza dei ricci né, dunque, il modo tramite cui evitare che la situazione peggiori ulteriormente. Secondo Patterson, che ha sostenuto l’urgenza di ulteriore e approfondite ricerche, la colpa potrebbe essere attribuita a un parassita, un virus oppure un battere acquatico.

A ciò si aggiunge il riscaldamento globale: l’aumento delle temperature oceaniche potrebbe essere un ulteriore fattore che compromette la salute e la sopravvivenza dei ricci.

In ogni caso, come ha sottolineato Keri O’Neil, scienziata senior del Florida Aquarium, a oggi risulta difficile trovare dei collegamenti diretti tra queste possibilità e la scomparsa degli invertebrati acquatici.

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