Futuro

Chi vuole affittare una stanza low cost nello Spazio?

Il progetto dell’azienda americana Orbital Assembly Corporation: realizzare due stazioni spaziali destinate anche ai turisti entro il 2025
Ecco come sarà la "ruota panoramica" della Orbital Assembly Corporation (Credits: Oac)
Ecco come sarà la "ruota panoramica" della Orbital Assembly Corporation (Credits: Oac)
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
5 maggio 2022 Aggiornato alle 09:00

Un hotel spaziale a forma di ruota panoramica? Potrebbe diventare realtà nel 2025.

Il progetto è dell’azienda americana Orbital Assembly Corporation, che costruisce, sviluppa e gestisce piattaforme spaziali gravitazionali in orbita, nello spazio cislunare - all’interno, cioè, dell’orbita della Luna - e in tutto il Sistema Solare.

Sviluppando tecnologie per costruire strutture direttamente nello Spazio a un costo esponenzialmente inferiore rispetto a chi lo fa sulla Terra e poi le trasporta tra le stelle, Oac mira a realizzare abitazioni spaziali a bassa gravità accessibili a tutti.

In origine il progetto era stato presentato in anteprima dalla società privata Gateway Foundation, fondata nel 2012 e che, dieci anni dopo, ha cambiato nome in Gateway Spaceport Lcc. Il loro primo “porto spaziale” era ispirato a quella descritto dallo scienziato tedesco Wernher von Braun negli anni ‘50.

L’ingegnere aerospaziale aprì la strada alla tecnologia missilistica, prima in Germania e poi negli Stati Uniti. Venne coinvolto nel programma di sviluppo di razzi e missili nazisti, durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale, per questo la scelta di dare il suo nome a un hotel spaziale - Von Braun Station -, è stata controversa.

Ma, in un’intervista alla Cnn, l’ex Ceo di Orbital Assembly Corporation John Blincow ha spiegato che «la stazione non parla proprio di lui. È basata sul suo design e ci piacciono i suoi contributi alla scienza e allo spazio».

Per questo, ora che il progetto è supervisionato solo da Oac, le stazioni spaziali in programma sono due e si chiamano Voyager Station e Pioneer Station.

La prima è come il progetto originario, ma rinominato, e dovrebbe ospitare 400 persone: l’inaugurazione è prevista nel 2027. La seconda, invece, potrebbe accogliere solo 28 passeggeri ed essere già operativa in soli 3 anni: sono proprio le sue dimensioni ridotte a renderla realizzabile prima della sua omologa e a consentire di alloggiare secondo le abitudini terrestri, grazie alla gravità artificiale.

Entrambe sono strutture ricettive a forma di ruota panoramica in orbita intorno alla Terra, con diversi moduli collegati tra loro da numerosi ascensori.

Secondo il ceo di Orbital Assembly Corp, Tim Alatorre, con il decollo del turismo spaziale – ora più diffuso che mai tra i miliardari -, l’ostacolo dei prezzi troppo alti per viaggiare nel Cosmo, a poco a poco, si dissolverà: «L’obiettivo è sempre stato quello di consentire a grandi quantità di persone di vivere, lavorare e prosperare nello Spazio», ha spiegato alla Cnn.

Ma il costo dei viaggi turistici fuori dal pianeta Terra sono, ancora oggi, una grande barriera: con Virgin Galactic, Blue Origin e la compagnia SpaceX, hanno volato esclusivamente personaggi che se lo potevano permettere.

Come riporta la società di media indipendente Mit Technology Review, fondata presso il Massachusetts Institute of Technology nel 1899, “Qualsiasi posto sul velivolo suborbitale della Virgin Galactic, che è il modo più economico per raggiungere lo spazio al momento, costerà 450.000 dollari”. Sono all’incirca 426.000 euro per quella che è la compagnia fondata dal miliardario Richard Branson, proprietario della Virgin.

“Un singolo posto sul lancio suborbitale iniziale di Blue Origin di Jeff Bezos è stato venduto all’asta per 28 milioni di dollari (circa 26 milioni di euro, ndr) e il prezzo non rivelato della prima missione totalmente civile della creatura di Elon Musk SpaceX Inspiration4, che ha trascorso tre giorni in orbita prima di buttarsi al largo delle coste della Florida, è stato stimato in 50 milioni di dollari a testa (47 milioni, ndr)”, continua il Mit.

Il progetto di Alatorre, però, promette di essere accessibile a un pubblico più ampio. I turisti starebbero in orbita per un tempo non superiore alle due settimane, proprio come fosse un’alternativa alla vacanza al mare. Dunque, avete progetti per l’estate del 2025?

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