Diritti

L’Ucraina ha bisogno anche dei contraccettivi

Sarebbero già 400 le segnalazioni di stupri di guerra: le associazioni chiedono di inviare nel Paese pillole anticoncezionali e del giorno dopo
Alcuni volontari al lavoro presso l’Help Ukraine Center a Lublino, in Polonia
Alcuni volontari al lavoro presso l’Help Ukraine Center a Lublino, in Polonia Credit: (EPA/WOJTEK JARGILO)
Tempo di lettura 3 min lettura
4 maggio 2022 Aggiornato alle 13:00

Le denunce di stupri di guerra commessi dai soldati russi continuano a aumentare.

Non è semplice avere dei dati precisi, ma secondo The Kyiv Independent, l’ex Ministra del lavoro e delle politiche sociali dell’Ucraina, Lyudmyla Denisova, ha ricevuto 400 segnalazioni di violenze sessuali nelle prime due settimane di aprile, mentre 9 delle 25 ragazze abusate in un seminterrato di una casa a Bucha (nello stesso periodo) sono rimaste incinte.

Da questi numeri, emerge l’urgenza di abbondanti forniture di prodotti contraccettivi.

L’International Planned Parenthood Federation (IPPF) ha recentemente inviato quasi 3.000 pacchetti di pillole del giorno dopo nelle zone più colpite del Paese, oltre che pillole abortive da utilizzare entro la 24esima settimana di gravidanza.

«Se sei stata vittima di una forma di violenza di genere, è importante che tu possa prendere la pillola il prima possibile - ha dichiarato Caroline Hickson dell’IPPF alla Bbc - perché rimanere incinta come risultato di uno stupro è incredibilmente traumatico».

Sia Hickson che un altro membro dell’organizzazione, Julie Taft (la cui testimonianza è stata raccolta dal Guardian), hanno confermato che l’approvvigionamento delle pillole nel Paese non è mai stato un problema fino al giorno dell’invasione, ma che ora sta subendo alcuni ritardi.

Taft ha spiegato che molti contraccettivi precedentemente prodotti in Ucraina non riescono ad arrivare nelle zone dove sono richiesti perché il trasporto non risulta sicuro.

Joel Mitchell di Paracrew (organizzazione norvergese per gli di aiuti umanitari) ha spiegato al Guardian che le maggiori richieste di contraccettivi vengono dall’area est del Paese, «a Kharkiv, Mariupol, in quelle regioni».

Come ha riportato la rivista statunitense Newsweek, oltre a IPPF anche il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) si sta impegnando nella distribuzione di medicinali e prodotti per la salute riproduttiva, sostenendo 30 strutture locali che offrono assistenza alle sopravvissute a violenza di genere. Tra i beni consegnati, rientrano 33 kit post-stupro a 19 ospedali in tutto il Paese.

Anche la Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo si è espressa al riguardo, a livello più “formale”, con una risoluzione del 25 aprile che ha preso in analisi non solo la contraccezione ma più in generale la violenza di genere per le donne ucraine.

In primis, è stato condannato lo stupro quale arma da guerra ed è stata espressa «profonda preoccupazione per il numero crescente di denunce di tratta di esseri umani, violenze sessuali, sfruttamento, stupri e abusi subiti da donne e bambini in fuga».

La Commissione ha poi invitato i Paesi Ue a garantire l’accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva, con particolare attenzione alla contraccezione d’emergenza e alle pratiche di aborto. Per far ciò, esorta gli Stati a utilizzare tutte le misure e i fondi necessari per fornire questi servizi e inviare kit che includano contraccettivi.

Leggi anche
salute
di Valeria Pantani 3 min lettura
femminicidi
di Giulia Blasi 5 min lettura