Bambini

Domani è il 1° maggio: festeggiamo!

Secondo te, qual è il lavoro più faticoso di tutti? Quello con gli orari più matti, mille pericoli e la paga più ingrata? Il minatore? Il pompiere? Il sommozzatore? Macché, la mamma
Illustrazione Rocco di Liso
Illustrazione Rocco di Liso
Tempo di lettura 4 min lettura
30 aprile 2022 Aggiornato alle 09:00

Domani è il 1° maggio. A Roma è previsto il sole con qualche nuvoletta e un concerto grandissimo.

Come ogni anno, ci si ritroverà in tutto il mondo per cantare, ballare e stare allegri perché domani è la Festa del Lavoratore. Domani saremo allegri perché è una festa, ma questa festa serve a ricordarci di tutte quelle persone che si sono battute per poter lavorare nel rispetto.

Tutto quello che abbiamo oggi, infatti, lo abbiamo perché qualcuno si è dato da fare per conquistarlo. E tutto quello che avremo domani, l’avremo solo se ci rimbocchiamo le maniche oggi. Ché dal cielo vengono giù meteoriti e cacche di piccione, ma non cadono né soldini né diritti.

Secondo te, qual è il lavoro più faticoso di tutti? Quello con gli orari più matti, mille pericoli e la paga più ingrata? Il minatore? Il pompiere? Il sommozzatore? Macché, la mamma. Dai minatori e dai pompieri ci si aspettano cose difficilissime. Ma alle mamme si chiede l’impossibile.

Perché prima di diventare mamma, la mamma è una femmina. E anche se le femmine possono studiare e lavorare - e se la cavano alla grandissima - non sono trattate bene come i maschi. Sono pagate meno anche se sono brave uguale. Sono raramente le cape della baracca. Insomma, devono fare il doppio per ottenere la metà.

Ma sai quando le cose si mettono veramente male per le femmine che vanno a lavorare? Quando diventano mamme. Diventare mamme è un lavoraccio nel nostro Paese. E essere mamme e andare al lavoro è un triplo salto mortale. Alle mamme si chiede di lavorare come se non avessero bambini da accudire e di accudire i bambini come se non avessero un lavoro.

Ai maschi, quando diventano papà, non si chiede niente di speciale: possono continuare a lavorare come prima e a guardare la partita in santa pace. In Italia, infatti, sono soprattutto le mamme a occuparsi dei bambini e della casa. È una cosa sbagliatissima: se la casa è di tutti e i bambini sono di tutti, perché ci deve pensare soprattutto lei?

Per occuparsi di casa e bimbi serve tempo, un tempo durante il quale non si può lavorare. In Italia ci sono pochissimi asili nido, allora se non ci sono dei supernonni a portata di mano, uno dei due genitori deve smettere di lavorare. In genere, resta coi bimbi la persona che guadagna di meno. E chi guadagna di meno? Le femmine, quindi le mamme.

Lavorare può essere molto stimolante. Si possono creare bellissime con la testa o con le mani, si sta in mezzo alla gente e si aiuta il paese a diventare più ricco. Allora, quando una mamma smette di lavorare, ci perdono tutti. Il Paese non diventa ricco. La mamma non fa tutte le cose bellissime di cui è capace. I bimbi si ritrovano senza asilo nido e con una mamma immusonita. Siccome mamma non lavora, poi, niente fratellino o una sorellina, anche se lo si vorrebbe tanto, ché per prendersi cura dei piccoli serve anche qualche soldino in più.

Tu lavorerai solo fra qualche anno. Ma puoi già aprire gli occhi intorno a te e allenare lo sguardo a riconoscere le ingiustizie. Guarda i tuoi genitori: chi lavora? Chi sta a casa? Sono contenti? Cosa dovrebbe cambiare per farli contenti?

Non sta a te fare felici i tuoi genitori - anche se sono pronta a scommettere che li fai già felici, e pure tanto - ma starà a te cercare di essere un genitore felice. Un genitore che può fare un lavoro che gli piace, che può passare del tempo con i suoi bambini, che si occupa della sua casa e dei suoi cari e che non deve fare i salti mortali - a meno che tu non sia diventato acrobata in un circo, ovviamente.

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