Ambiente

L’India soffoca già per il caldo

In varie zone dell’Asia si sono sfiorati tra marzo e aprile i 45 gradi. Non va meglio in Paraguay o Guinea Bissau. Così la crisi climatica, con ondate di calore sempre più intense, mette a rischio migliaia di vite
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29 aprile 2022 Aggiornato alle 15:00

Non è nemmeno finito aprile e in diverse zone del Pianeta le ondate di calore stanno già mettendo a serio rischio milioni di vite, economie e agricoltura. L’India e il Pakistan nelle ultime settimane stanno sperimentando un caldo torrido ancor prima di entrare nel periodo solitamente più bollente dell’anno.

In India il marzo appena trascorso è stato il più caldo negli ultimi 122 anni e le successive settimane, così come quelle a venire, non promettono nulla di buono. Le immagini che compaiono in rete con l’hashtag “HeatWave” da sole mostrano tutte le difficoltà della vita nelle città e regioni dove si sfiorano i 45 gradi ad aprile: da animali ormai esanimi sul ciglio della strada a persone che in pieno traffico si fermano per portare acqua a bambini in affanno, da cittadini che svengono per il caldo eccessivo ad altri che dimostrano come è persino possibile cucinare sfruttando la potenza del sole.

Secondo l’Indian Meteorological Department (IMD) le prossime settimane saranno ancora più bollenti, con condizioni estreme che impatteranno sull’agricoltura del Paese. Tra gli effetti della crisi climatica c’è anche l’intensità delle ondate di calore: se in varie città della zona orientale del Paese si sono sfiorate medie di 43°C, a Rajgarh la colonnina è andata oltre i 45 gradi.

L’ondata di calore in Asia ha portato inoltre Nawabshah in Pakistan a sfiorare i 47.5 gradi, un nuovo record per l’emisfero in questo periodo. Anche in Myanmar e Thailandia le temperature sono arrivate a oltre 43° gradi.

Il problema, ricordano ricercatori come Arpita Mondal dell’Indian Institute of Technology Bombay, è che di solito le temperature massime in India si registrano a maggio e giugno, appena prima che le piogge monsoniche portino sollievo. Quest’anno, già da marzo il caldo estremo si è fatto sentire senza sosta, acuendo condizioni igienico sanitarie già complesse e portando centinaia di famiglie a situazioni di estrema difficoltà e povertà, anche a causa della mancanza di pioggia per i campi.

Va ricordato che il caldo, sostengono varie ricerche, uccide migliaia di persone ogni anno: solo nel 2019 si stima che abbia fatto 356.000 vittime in tutto il mondo, soprattutto fra anziani e bambini. Oltretutto, come sostiene anche l’allarme lanciato dal primo ministro indiano Narendra Modi, le ondate di caldo stanno agevolando il diffondersi degli incendi in tutto il Paese e già diverse discariche sono andate in fiamme, con seri danni per la salute pubblica.

Si teme che più di 1 miliardo di persone in questi giorni siano a rischio per le ondate di calore. A Nuova Delhi, dove la colonnina ha già superato i 40 gradi, domenica se ne attendono addirittura 44.

Solo poche settimane fa, a febbraio, il report Ipcc (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) aveva messo in guardia sulla vulnerabilità dell’India al caldo estremo, Paese dove milioni di persone che vivono in aree rurali senza accesso a condizionatori o sistemi di raffreddamento rischiano quotidianamente la vita.

Il report avvertiva anche su una serie di possibili ondate di afa sempre più intense soprattutto nelle zone tropicali del mondo, in particolare in Paesi meno sviluppati o fortemente a rischio, anche come economie, a causa delle nuove temperature.

Contemporaneamente a India, Pakistan e altri stati centrali dell’Asia, in questi giorni anche il Sud America sta sperimentando un caldo eccezionale. Il 27 aprile a Las Palmas in Paraguay - tenendo conto che in quell’area del mondo ci si avvia verso l’inverno - è stata registrata la temperatura record di 40.1 gradi

Anche a Lomitas, in Argentina, si sono superati i 39 gradi, oppure a Villamontes in Bolivia. Tutte temperature senza precedenti per il mese di aprile, così come i 40 gradi record toccati a Bolama in Guinea Bissau, in Africa. Tanti terribili “assaggi”, purtroppo decisamente precoci, di come il surriscaldamento globale sta già impattando sulle vite di questo Pianeta sempre più fragile.

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