Diritti

Senza cornice, il podcast che dà voce alle persone con disabilità

Cinque storie di persone che hanno saputo superare gli ostacoli e vivere una vita fuori da ogni cornice. A narrarle, il programma di responsabilità sociale d’impresa BMW SpecialMente insieme alla podcast company Chora Media
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
28 aprile 2022 Aggiornato alle 11:00

Una pennellata blu esce da una cornice bianca, squadrata, su uno sfondo che ha il colore dei fiordalisi. È questa l’immagine scelta dal programma di responsabilità sociale d’impresa di BMW Italia SpecialMente e dalla storytelling company italiana Chora Media per raccontare cinque storie molto diverse tra loro, ma legate da un filo conduttore: superare i propri limiti e vivere una vita fuori da ogni cornice.

L’host della serie intitolata “Senza cornice”, che uscirà venerdì 29 aprile su tutte le piattaforme audio free è Giovanni Cupidi, attivista per il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità.

«Finora non avevo mai smesso di raccontarmi, l’ho sempre fatto sul mio blog, con i social, con il libro che ho pubblicato anni fa, ma stavolta ho dovuto utilizzare un linguaggio diverso. Stavolta ci sarà qualcuno che, in cuffia, ascolterà la mia voce, ed era la prima volta che intervistavo qualcuno», spiega Cupidi, che dall’età di 13 anni ha una tetraplegia spinale.

Il podcast inizia proprio da quel giorno, quello che ha cambiato la vita del blogger palermitano, e la prima puntata, “Inizio io”, è il racconto in prima persona della sua esperienza. E prosegue con altre storie: quella di Carlotta Visconti, campionessa di boccia paralimpica, poi quella di Emiliano Malagoli, motociclista che ha perso una gamba in un incidente, nel 2011.

Ad accompagnare questi tre racconti, la filosofa e attivista Sofia Righetti, che prima parla dell’abilismo, poi del linguaggio sulla disabilità, e infine della cosiddetta “pornografia motivazionale”.

«C’è un tratto comune che ci lega», spiega Cupidi, «Tutti e tre – io, Carlotta ed Emiliano - siamo dotati di una dose di resilienza non indifferente, abbiamo davvero molta forza interiore, fomentata dall’aiuto della famiglia e degli amici. Sono passati 31 anni dal momento in cui mi sono ammalato, e questo percorso mi ha portato molta consapevolezza di me».

Per Carlotta Visconti, che è una delle protagoniste della scuola di SciAbile di Oulx, in Piemonte, nata dalla collaborazione tra BMW Italia e la scuola di sci locale, è stato «bello ed emozionante poter raccontare la mia storia a Giovanni».

Questa campionessa paralimpica di 26 anni ha una tetraparesi distonica, una condizione che non le permette di coordinare bene i movimenti.

La sua voce, diversa da quella che viene considerata la norma, trova in suo padre Davide un interprete, un tramite, che le presta un po’ delle sue parole: «Mi sono ritrovato a crescere con lei e dare un altro valore alla vita. Lei è la prima figlia mia e di mia moglie, ed è nata con un’asfissia. Spesso ci siamo chiesti “Domani che cosa capiterà?”, ma il suo carattere e il rapporto che unisce la nostra famiglia ci hanno fatto mettere in gioco, Carlotta ce l’ha insegnato sin dai primi mesi di vita».

Lei è una ragazza serena, sorridente, entusiasta, «e questo ha cambiato totalmente il nostro approccio al mondo, pensando non tanto a ciò che non si ha, quanto a quello che la vita ci ha dato». La passione per lo sport di entrambi i genitori, poi, trasmessa alla figlia che «ce l’ha nel sangue» -, ha fatto il resto. Visconti senior ha deciso che non si taglierà i capelli, ora raccolti in uno chignon, fino a che sua figlia non parteciperà alle Paralimpiadi.

«Ci siamo chiesti come poter costruire la puntata con Carlotta, e poi ci siamo resi conto che il meccanismo naturale con cui lei si esprime è il dialogo con suo padre, che poi le dà la voce. Ed è costruito proprio così il suo episodio, abbiamo voluto restituire questo stesso meccanismo», spiega Mario Calabresi, giornalista e co-fondatore di Chora Media, nata nel 2020.

Calabresi crede che il podcast sia lo strumento perfetto per raccontare le storie delle persone, oggi: «Tutta la gara per l’attenzione dello spettatore è per i suoi occhi, che sono stanchi e sovraccarichi, continuamente distratti. Questo crea un grande spazio di ascolto, una voglia che hanno soprattutto ventenni e trentenni», aggiunge Calabresi.

Il podcast “Senza cornice” prosegue, dopo l’episodio intitolato “Voce”, su Carlotta Visconti, e “Strade”, sul motociclista Emiliano Malagoli, fondatore dell’associazione Diversamente Disabili, le puntate “Stoffa” e “Fatica”, dedicate alla realtà carceraria italiana.

Cupidi accompagna l’ascoltatore prima a Rebibbia, dove racconta il progetto “Made in Rebibbia” insieme a Don Gino Rigoldi, cappellano dell’Istituto Beccaria di Milano, che lo affianca anche nell’episodio successivo, che parla di “Rugby oltre le sbarre”, iniziativa che coinvolge tre istituti penali.

«Raccontare queste storie attraverso la voce può far immedesimare di più le persone che ascoltano, che sentono pensieri e riflessioni che possono aumentarne la consapevolezza e la cultura della disabilità», spiega Cupidi.

Basta affinare un po’ l’orecchio.

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