Diritti

Soffrire per produrre sempre di più

I polli Broiler sono una razza selezionata geneticamente dall’industria alimentare: in 45 giorni sono all’apice della crescita. Ma i danni sul loro scheletro sono indescrivibili
(Jairo Alzate)
(Jairo Alzate)
Tempo di lettura 4 min lettura
29 aprile 2022 Aggiornato alle 19:00

Il 98% della carne di pollo allevata proviene da una razza specifica selezionata geneticamente dall’industria alimentare, i polli Broiler a rapido accrescimento.

Negli allevamenti, questi animali raggiungono l’apice della loro crescita nel giro di al massimo 45 giorni: sono panciuti e sviluppati in maniera poderosa nel petto e nelle cosce, non a caso quei pezzi di carne che l’industria ha ritenuto più vendibili sul mercato. Ma questa crescita è anormale, accelerata e schiaccia la struttura fisica dei polli, le cui ossa non reggono il peso di una muscolatura abnorme per il corpo di quello che in fin dei conti è ancora solo un pulcino troppo cresciuto.

L’ultima inchiesta di Animal Equality, unica nel suo genere in Italia, racconta cosa accade al corpo di questo animale dalla sua nascita fino alla sua settima e ultima settimana di vita prima di finire al macello. Radiografie e analisi veterinarie hanno infatti permesso di indagare l’origine delle problematiche che colpiscono lo scheletro e gli organi interni di un pollo Broiler, causando anche patologie cardiovascolari e respiratorie che concorrono alla morte spesso prematura di questi animali.

Il team investigativo di Animal Equality ha campionato i corpi di 7 polli Broiler deceduti, ciascuno per ogni settimana di vita, comparando la condizione dei polli allevati con quella di 3 polli vissuti all’interno di un rifugio, in condizioni più salubri e supportati da cure veterinarie a hoc.

Ciò che è emerso con evidenza dalle analisi è prima di tutto la crescita innaturale e il peso eccessivo degli animali: le misurazioni per ogni individuo mostrano come il raddoppi già tra la prima e la seconda settimana di vita, in soli 7 giorni, quando sono ancora di fatto dei pulcini.

Questo peso eccessivo provoca nei polli Broiler gravi danni alle ossa. Come è stato riscontrato dalle radiografie, la calcificazione delle ossa non risulta infatti ancora totalmente avvenuta, neppure nella radiografia relativa alla settima settimana. L’incompleta calcificazione - dovuta alla giovane età - porta a gravi conseguenze per l’animale, quali facili fratture all’apparato osseo e deviazioni delle ossa con conseguenze negative anche per le articolazioni.

Il risultato degli esami eseguiti sulle carcasse dei polli ha quindi messo in luce un elemento inequivocabile: entrambe le categorie di polli Broiler - sia quelli vissuti in allevamento, sia quelli vissuti in un ambiente protetto - presentavano problemi di salute simili, come fratture e deviazione delle articolazioni, nonché sanguinamenti interni ed esterni. Secondo le stime, sono più di 26 milioni i polli che ogni anno muoiono tra atroci sofferenze in allevamento per via di queste patologie (aggravate dalle condizioni ambientali degli allevamenti intensivi) ancora prima di essere mandati al macello.

Cosa significa tutto questo? Secondo la diagnosi dei veterinari coinvolti, i polli Broiler a rapido accrescimento risultano essere individui predisposti a uno sviluppo innaturale dovuto alla selezione genetica, le cui caratteristiche primarie di specie sono del tutto impedite, negando di fatto e a ogni effetto la loro capacità di condurre una vita sana e longeva, indipendentemente dall’ambiente in cui questi animali si trovano a crescere.

Ciò che l’indagine dimostra è dunque non solo che i polli Broiler sono geneticamente predisposti a soffrire, ma anche che la legge italiana non li tutela in alcun modo, anzi, consente di fatto un allevamento e una genetica in contrasto con la normativa di benessere animale nazionale ed europea.

Gli esami clinici e le radiografie condotte dai veterinari mostrano infatti come le loro caratteristiche genetiche implichino sofferenze che rendono impossibile per questi animali il rispetto delle norme di benessere animale come previste dal Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 146 per la protezione degli animali negli allevamenti, in cui all’ Art. 2 viene specificatamente richiesto agli allevatori che siano adottate “misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali e affinché non vengano loro provocati dolore, sofferenze o lesioni inutili”. La reale condizione dei polli Broiler non consente pertanto di applicare tali misure in nessun contesto e in nessuna condizione ambientale, anche quella più favorevole.

Alla luce dei risultati emersi da questa inchiesta, Animal Equality ha lanciato una petizione rivolta al Ministro per le Politiche Agricole e al Ministro per la Salute per chiedere di supportare a livello europeo la messa la bando delle razze a rapido accrescimento e di disporre l’abbandono totale delle razze a rapido accrescimento in Italia.

Si tratta infatti di animali su cui l’essere umano impone deliberatamente sofferenza allo scopo di massimizzare i propri profitti, senza scrupoli nei confronti della loro salute. Ma questo sistema nel 2022 è totalmente inaccettabile.

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