Diritti

Le indiane trovano la propria voce nel giornalismo

Sono 270 le donne che hanno partecipato al progetto digitale della Chambal Academy. Obiettivo: formare nuove reporter anche nelle zone rurali del Paese
Dal profilo instagram di Khabar Lahariya.
Dal profilo instagram di Khabar Lahariya.
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
25 aprile 2022 Aggiornato alle 17:00

Amreen Khan è un’ex maestra di scuola materna, da poco laureata alla prima accademia indiana di giornalismo per le donne che vivono nelle zone rurali del Paese. Ora che sa come fare, denuncia le ingiustizie sociali, come quelle che stanno avvenendo nel Distretto indiano di Chhatarpur, dove dozzine di persone rischiano di perdere le proprie case.

Insieme a lei, altre 269 ragazze hanno partecipato al progetto pilota della Chambal Academy, programma di formazione giornalistica interamente online, una modalità che ha permesso alle studentesse di frequentare il corso da remoto, con il proprio cellulare e i propri tempi.

Ora, riporta il Guardian, è arrivato il momento di lanciare ufficialmente il programma: «Non formiamo solo reporters ma anche consumatrici digitali attive - ha dichiarato Priya Thuvassery, direttrice di Chamabal Media, impresa di media digitali che supporta il progetto - Attraverso l’accademia, possiamo moltiplicare il nostro lavoro a Khabar Lahariya e replicare questo modello di narrazione attraverso una lente di genere femminista».

Anche Khabar Lahariya, progetto di giornalismo indipendente guidato da un team di sole donne, è supportato da Chamabal Media. «Con l’accademia, raggiungerà centinaia di ragazze in più, illustrerà loro gli elementi base di un reportage, istruendole riguardo la consapevolezza sulla sicurezza digitale, sulle fake news, sui social media; su come documentare le problematiche del mondo, inclusa la crisi climatica», prosegue il giornale britannico.

L’elemento di forza dell’accademia è che si rivolge principalmente alle donne dei villaggi rurali (che nella maggior parte dei casi non hanno dimestichezza con i media o la tecnologia), per prepararle a diventare delle narratrici digitali attive nella propria comunità. «Diverse persone, indipendentemente dal genere, seguono lezioni sul web - afferma in un video una studentessa dell’accademia - ma nei villaggi appena il 5% della popolazione ha accesso a un’educazione online».

Il Guardian spiega che, prima della formazione sulla scrittura giornalistica, le studentesse vengono istruite sul ruolo che l’informazione ha all’interno delle democrazie e i bias di genere che esistono nei media. «Ho imparato che le cose che sono normali nelle nostre case in realtà rappresentano delle discriminazioni contro le donne», ha dichiarato Khan, ora reporter per Khabar Lahariya.

Per lei è stato fondamentale il supporto della suocera, che l’ha incoraggiata a trattare tematiche sociali quali le lacune nell’istruzione locale. «Abbiamo bisogno di più giornaliste sul campo, in modo che la popolazione femminile possa parlare apertamente dei problemi che devono affrontare», ha aggiunto.

A confermarlo, anche Suman Diwakar, altra giovane neolaureata: «Gli uomini raccontano storie attraverso uno sguardo maschile, con voci di uomini potenti. Che dire delle prospettive delle donne e di come i problemi le affliggono in modo diverso?», si è chiesta. «Durante il corso ho trovato un coraggio immenso. Non ho più paura di nessuno. Posso essere minuta ma, quando ho un microfono in mano, trovo la mia voce».

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