Diritti

L’Africa lavora per riprodurre il vaccino anti Covid-19

Il continente africano ha deciso di non aspettare più le case farmaceutiche occidentali: gli scienziati stanno ricreando la formula di Moderna
Dopo aver supplicato i produttori di farmaci di condividere le loro informazioni, alcuni dei Paesi più poveri hanno smesso di aspettare
Dopo aver supplicato i produttori di farmaci di condividere le loro informazioni, alcuni dei Paesi più poveri hanno smesso di aspettare
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25 ottobre 2021 Aggiornato alle 17:14

A Città del Capo alcuni scienziati stanno lavorando allo sviluppo del primo vaccino “made in Africa”. Il continente, stufo di aspettare di ricevere le informazioni sulle formule dei vaccini prodotti in Occidente, ha deciso di riprodurli in casa propria.

Nella capitale del Sudafrica un team di ricercatori sarebbe al lavoro per replicare la formula dell’azienda statunitense Moderna, efficace contro il Covid-19 al 94,1% secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il sostegno arriva proprio dall’OMS, che sta coordinando un centro di ricerca, formazione e produzione di vaccini in Sudafrica insieme a una catena di approvvigionamento di materie prime.

L’esigenza di produrre un vaccino a casa propria deriva dalla disparità di dosi prodotte e distribuite in tutto il mondo: secondo un’analisi della People’s Vaccine Alliance, finora solo lo 0,7% dei vaccini è andato a Paesi a basso reddito, mentre quasi la metà ha raggiunto quelli ricchi. “Lo stiamo facendo per l’Africa, non possiamo più fare affidamento alle superpotenze per salvarci”, ha dichiarato ad AP Emile Hendricks, il biotecnologo di 22 anni che lavora per Afrigen Biologics and Vaccines, l’azienda che sta cercando di riprodurre la formula di Moderna. Si tratta di un esempio di reverse engineering, letteralmente “ingegneria inversa”, cioè la riproduzione di un oggetto fisico attraverso l’analisi completa della sua struttura. Applicata ai vaccini, permette di ricostruirne la struttura a partire dalle informazioni di dominio pubblico: secondo gli esperti è uno dei pochi metodi rimasti ai Paesi poveri per recuperare lo svantaggio esacerbato durante la pandemia. Nel frattempo, la pressione sulle compagnie farmaceutiche per condividere il know how sui vaccini non ha portato a niente di concreto: una fabbrica sorta in Bangladesh per produrre le dosi in loco, con nuovi macchinari importati dalla Germania, aveva spiegato ad Associated Press che, con i progetti e le competenze tecniche adeguati, avrebbero potuto produrre centinaia di milioni di vaccini in breve tempo. Ma quelle conoscenze appartengono alle grandi aziende farmaceutiche che hanno prodotto i primi tre vaccini autorizzati: Pfizer, Moderna e AstraZeneca.

Il dottor Tom Frieden, ex capo dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha dichiarato che Moderna e Pfizer “tengono in ostaggio il mondo”. Moderna si è impegnata a costruire una fabbrica di vaccini in Africa, perché il suo presidente Noubar Afeyan ha dichiarato che preferisce espandere la produzione, piuttosto che condividere la tecnologia.

L’esperto di vaccini a RNA messaggero Zoltan Kis ha spiegato che ricreare il vaccino di Moderna è fattibile, ma se l’azienda condividesse le informazioni, i passaggi principali stimati sarebbero meno di una dozzina. “È come una ricetta di cucina: sarebbe molto utile se avessimo istruzioni e quantità”.

Nell’attesa, l’amministratore delegato di Afrigen, Petro Terblanche, ha dichiarato che Città del Capo mira ad avere una versione del vaccino Moderna pronta per essere testata sulle persone entro un anno. Dopo aver supplicato i produttori di farmaci di condividere le loro informazioni, alcuni dei Paesi più poveri hanno smesso di aspettare.

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di Redazione 3 min lettura