Futuro

La Nato lancia un nuovo programma di difesa tecnologica

L’Alleanza Atlantica ha dato il via al programma DIANA per finanziare start up innovative nell’ambito della sicurezza e della difesa. Due test center e un polo di ricerca saranno in Italia
Il segretario generale della Nato Jeans Stoltenberg
Il segretario generale della Nato Jeans Stoltenberg
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21 aprile 2022 Aggiornato alle 17:00

Tutto pronto per DIANA, il Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic, il programma varato a ottobre 2021 dalla Nato per selezionare, finanziare e far crescere imprese innovative e tecnologiche che lavorano nell’ambito della sicurezza e difesa. Tra le priorità individuate dall’Alleanza su cui si concentrerà il piano, l’intelligenza artificiale e l’elaborazione dei big data, i computer quantistici, le biotecnologie di potenziamento dell’uomo e lo spazio.

Per la prima volta, gli alleati avranno a disposizione un fondo di venture capital multi-sovrano con un primo investimento di 1 miliardo di euro in startup in fase iniziale.

«Lavorando con il settore privato e il mondo accademico, gli alleati garantiranno che possiamo sfruttare il meglio delle nuove tecnologie per la sicurezza transatlantica», ha affermato il segretario generale Jens Stoltenberg. Uno degli obiettivi principali del progetto è proprio quello di finanziare le startup prima che vengano individuate e supportate economicamente da fondi di altri Paesi che non fanno parte dell’Alleanza, e colmare il divario interno in ambito di tecnologie militari.

Al momento, il programma include una rete di 9 siti di accelerazione e 47 Test Center: negli acceleratori si lavorerà direttamente con i principali imprenditori, dalle startup in fase iniziale alle aziende più solide, per risolvere i problemi critici della difesa e della sicurezza. Da una prima mappa pubblicata dalla Nato, 2 test center saranno in Italia, a Capua, dove è già operativo il Centro italiano di ricerche aerospaziali, partenariato pubblico-privato per la ricerca avanzata nel settore, e a La Spezia nel Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) della Marina militare, la cui missione è quella di gestire la sperimentazione e lo sviluppo dei programmi scientifici e tecnologici della Forza armata. A Torino, invece, è già in costruzione un nuovo polo per l’innovazione presso la Città dell’aerospazio, che servirà per coordinare e gestire, attraverso bandi e fondi messi a disposizione dai Paesi Nato, la rete delle aziende e degli acceleratori di tecnologia del nostro Paese, per farli avvicinare al settore della difesa e sicurezza e collaborare con l’Alleanza.

Quelli che verranno accettati nel progetto, avranno accesso a finanziamenti non diluitivi (capitale di investimento che non richiede loro di rinunciare al capitale o alla proprietà della propria azienda), e “a una rete di investitori fidati di alto livello, tutoraggio aziendale e formazione da parte del personale esperto di DIANA, opportunità di test all’avanguardia e la possibilità di contratti di sviluppo e adozione con gli alleati per proposte di tecnologie a duplice uso”. Mentre le attività pilota inizieranno nell’estate del 2023, una volta pienamente operativo nel 2025, il programma punterà a interagire con centinaia di innovatori ogni anno attraverso una rete più ampia di siti di accelerazione e centri di test in tutta l’Alleanza.

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