Diritti

Lo Sri Lanka sta vivendo la peggiore crisi economica di sempre

La mala gestione del Presidente Gotabaya Rajapaks ha danneggiato gravemente la situazione del Paese, già messo in crisi dalla pandemia. Il prezzo del carburante è salito del 90% e le proteste sono sempre più diffuse
Un militare fa la guardia dietro le barricate erette durante le proteste davanti al Segretariato Presidenziale a Colombo, Sri Lanka.
Un militare fa la guardia dietro le barricate erette durante le proteste davanti al Segretariato Presidenziale a Colombo, Sri Lanka.
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21 aprile 2022 Aggiornato alle 13:00

A poco più di due mesi dalla celebrazione dell’indipendenza dal Regno Unito, avvenuta nel 1948, lo Sri Lanka sta vivendo una delle peggiori crisi economiche mai affrontate.

Lo Stato insulare dell’Oceano Indiano, situato a sud-est dell’India, che ha preso il nome con cui lo conosciamo oggi nel 1972 (prima si chiamava Ceylon), è in caduta libera. La sospensione del pagamento dei debiti esteri – circa 35 miliardi - non è bastata a tranquillizzare i manifestanti che protestano da tredici giorni contro gli aumenti dei prezzi dei beni di prima necessità, l’inflazione da record e i continui blackout che durano fino a 13 ore.

Anzi, la polizia ha dichiarato che qualche giorno fa una folla di persone stava dando fuoco a una petroliera quando gli agenti sono intervenuti per disperderla, uccidendo un manifestante che contestava l’aumento dei prezzi del carburante e chiedeva le dimissioni del presidente del Paese, Gotabaya Rajapaksa. Le forze dell’ordine hanno utilizzato proiettili veri, ferendo almeno una ventina di persone vicino all’ufficio di Rajapaksa, presso il Segretariato presidenziale a Colombo, l’ex capitale. «Il diritto dei cittadini dello Sri Lanka di protestare pacificamente non sarà ostacolato», ha scritto su Twitter il presidente, «profondamente rattristato dall’incidente» dei giorni scorsi.

L’aumento del costo delle materie prime è una delle conseguenze della guerra in Ucraina, ma la mala gestione della crisi economica da parte di Rajapaksa ha acuito la già grave situazione odierna. Come ha spiegato la Banca asiatica di sviluppo nel 2019, «lo Sri Lanka è una classica economia a doppio deficit, il che segnala che la spesa nazionale di un Paese supera il suo reddito nazionale e che la sua produzione di beni e servizi commerciabili è inadeguata».

Ma, come riporta l’agenzia di stampa britannica Reuters, l’attuale crisi è stata accelerata dai profondi tagli alle tasse promessi da Rajapaksa durante una campagna elettorale del 2019 messa in atto mesi prima della pandemia di Covid-19, «che ha spazzato via parti dell’economia dello Sri Lanka». La grave carenza di valuta estera si traduce nel fatto che il Paese non può permettersi di pagare (né, quindi, importare) i beni di prima necessità come cibo e carburante, cosa che ha provocato le interruzioni di corrente.

È il turismo, parte del settore terziario, ad aver sempre rappresentato la più ampia fonte di reddito per il Paese da 22 milioni di abitanti ed esteso come Sicilia, Sardegna, Corsica e isole Baleari messe insieme. La pandemia aveva già fortemente penalizzato le entrate, ma come riporta la Banca centrale dello Sri Lanka i prezzi nella vita quotidiana degli srilankesi aumentano di giorno in giorno: gli alimenti hanno registrato un +20%, e dall’inizio dell’anno, secondo il quotidiano The Express Tribune, che ha sede in Pakistan, i prezzi della benzina sono aumentati del 90%. Il gasolio, comunemente utilizzato per il trasporto pubblico, è cresciuto del 138%. Come riporta il quotidiano indiano in lingua inglese Hindustan Times, dal 7 marzo la moneta locale, la rupia dello Sri Lanka, è scesa di oltre il 60% poiché il costo della vita è salito alle stelle.

Qualche giorno fa il presidente Rajapaksa ha ammesso di aver commesso errori, incluso il non essersi rivolto prima al Fondo monetario internazionale per chiedere aiuto, e si è impegnato a rimediare: i colloqui per un potenziale programma di prestiti tra Sri Lanka e Fmi sono ora in fase iniziale, e servono «assicurazioni adeguate» che i debiti del Paese possano intraprendere un percorso di crescita sostenibile.

All’agenzia Reuters il capo della missione nello Sri Lanka del Fondo Masahiro Nozaki ha detto che un programma sostenuto dal Fondo dovrebbe essere progettato per riportare l’economia in auge il prima possibile. Il ministro delle finanze dello Sri Lanka ha chiesto formalmente il prestito del Fondo per uno strumento di finanziamento rapido (RFI) per i Paesi che necessitano di un sostegno urgente. Ma il debito pubblico del Paese è insostenibile secondo l’Fmi, e il Paese dovrebbe adottare alcune misure per ripristinare la sostenibilità del debito prima di qualsiasi prestito, incluso l’Rfi.

All’agenzia di stampa internazionale Bloomberg, il ministro delle Finanze del Paese Ali Sabry, che si trova a Washington in cerca di fondi di emergenza, ha dichiarato che potrebbero volerci quasi tre settimane per nominare consulenti che guidino una revisione del debito srilankese, cosa che permetterebbe di sbloccare gli aiuti necessari. Al Paese servirebbero 4 miliardi di dollari per alleviare la tragica situazione che ha travolto la popolazione. Intanto, il tempo scorre e le proteste continuano.

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