Bambini

Il clima impatta anche sulle nostre scuole

Caldo torrido, piogge intense e trombe d’aria hanno determinato in Italia oltre 400 casi di stop dei servizi pubblici. Come le scuole, spesso non dotate dei certificati di collaudo e di agibilità richiesti dalla legge
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23 aprile 2022 Aggiornato alle 13:00

Secondo uno studio presentato a gennaio dall’Ufficio per la responsabilità del governo degli Stati Uniti, oltre il 50% degli edifici scolastici pubblici è situato in regioni che hanno subìto gravi disastri ambientali dal 2017 al 2019, strutture che complessivamente ospitano circa 2/3 degli studenti di tutto il Paese.

Come riporta il Washington Post, se a Ovest i plessi devono fronteggiare il rischio incendi, negli Stati del Sud c’è il costante pericolo di inondazioni, per lo straripamento di laghi o fiumi dovuto all’aumento delle precipitazioni. La mancanza di investimenti e di progetti necessari a contenere i danni degli eventi climatici estremi ha portato alla chiusura delle strutture, con ricadute sulla vita dei bambini, sia rispetto al rendimento scolastico, sia rispetto alla salute mentale.

Guardando alla situazione italiana, dal 2010 al 2022, si sono scatenati 1212 eventi climatici estremi, 133 solo nel 2021.

Picchi di caldo nella stagione estiva, – lo scorso 11 agosto a Siracusa si è registrato il record europeo di 48, 8 gradi centigradi - piogge, grandinate intense e trombe d’aria si stanno facendo sempre più frequenti sul territorio nazionale.

L’istantanea che offre il rapporto annuale dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente - realizzato con il contributo del Gruppo Unipol e con la collaborazione scientifica di Enel Foundation – preoccupa gli esperti.

Gli episodi più rilevanti sono avvenuti in 654 comuni, oltre 100 in più rispetto all’anno scorso: sulla mappa del rischio climatico, sono inoltre registrati 529 allagamenti da piogge intense, 437 casi di stop alle attività svolte in determinate infrastrutture pubbliche a causa di eventi climatici, oltre 300 trombe d’aria che hanno causato danni agli edifici, 142 esondazioni fluviali, 48 casi di danni per prolungati periodi di siccità e 18 episodi che hanno danneggiato il patrimonio storico-artistico della Penisola.

L’impatto economico diretto prodotto dalla crisi climatica sulle infrastrutture lieviterà fino a circa 5 miliardi di euro all’anno entro il 2050: è un aumento di circa 12 volte rispetto a oggi.

Il rapporto Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità – elaborato da una commissione parlamentare istituita nell’aprile 2021 dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini - mette in evidenza i vantaggi in termini di investimenti e di danni ambientali.

Un euro speso nel rafforzamento delle infrastrutture produce benefici complessivi pari quasi a cinque euro nel 2050, e importanti ricadute sul benessere e la salute dei cittadini e la riduzione delle diseguaglianze.

Tra le infrastrutture considerate, si contano ovviamente anche quelle scolastiche. In base alle stime del rapporto “Ecosistema Scuola” di Legambiente, quasi un edificio su 2 non dispone ancora del certificato di collaudo statico (46,8%) - un documento necessario per le costruzioni in cemento armato dal 1971 - quello di agibilità (49,9%) (che garantisce la sicurezza, la salubrità e l’igiene di un edificio) e la prevenzione incendi (43,9%).

La situazione complessiva sta lentamente migliorando, ma per ora il divario tra le diverse aree del Paese resta notevole. Se al Nord, il 60% delle scuole dispone di tutte e tre le certificazioni, al Sud quelle con l’agibilità sono solo il 29,2%, mentre nelle Isole solo una scuola su 3 è in regola con la certificazione di prevenzione incendi.

Come conseguenza del decreto Milleproroghe, slitta dal 31 dicembre 2021 al 31 dicembre 2022 il termine per completare l’adeguamento alla normativa antincendio negli edifici scolastici e nei locali adibiti a scuola.

I risultati sono migliori per quanto riguarda gli accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche, ossia tutti quegli elementi (per esempio scale o passaggi stretti) che rappresentano un ostacolo in caso di persone con mobilità ridotta: si tratta di interventi fondamentali anche e soprattutto in caso di evacuazione dell’edificio. Le scuole a norma in questo senso costituiscono l’87,8%.

Aumentano le indagini diagnostiche dei solai anche se non in misura sufficiente, nel 30,4% delle scuole. Si tratta di esami di fondamentale importanza per prevenire qualsiasi crollo o cedimento delle strutture, che purtroppo sono il principale motivo di incidente e di pericolo per la vita di studenti, docenti e personale scolastico.

Ai controlli hanno fatto seguito interventi di messa in sicurezza dei solai solo nell’11,4% dei casi. Sul fronte della manutenzione straordinaria - tutti quegli interventi che comprendono il consolidamento o la ricostruzione di scale, solai, pareti divisorie, rampe - gli edifici in cui si è intervenuti negli ultimi 5 anni sono il 57,7%, spesso non soddisfacendo pienamente le necessità effettive, visto che nel 41% dei casi occorreva agire in fretta.

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