Storie

Addio a Valerio Evangelisti, il creatore di Eymerich

È stato uno dei più popolari autori di fantascienza italiani, ma ha prodotto anche numerosi e pregevoli romanzi sulla storia degli Stati Uniti e del socialismo in Italia
Lo scrittore Valerio Evangelisti
Lo scrittore Valerio Evangelisti
Silvio Sosio
Silvio Sosio lead developer
Tempo di lettura 3 min lettura
19 aprile 2022 Aggiornato alle 22:00

Ci sono tante, troppe cose da dire su Valerio Evangelisti, scomparso ieri a Bologna, due mesi prima di compiere 70 anni. A cominciare dalla sua carriera di scrittore di una fantascienza sui generis, con forte venature horror e soprannaturali, ambientata nel 1200 e attorno alla figura di un inquisitore. Nicholas Eymerich, personaggio storico realmente vissuto, trasfigurato da Evangelisti in un antieroe intelligentissimo e ossessionato, convinto di essere dalla parte di Dio e del bene ma capace di torturare e mandare al rogo senza esitazione se utile ai suoi scopi.

L’Eymerich di Evangelisti nasce negli anni Novanta, quando lo scrittore decide di tentare la sorte al Premio Urania. Ci vogliono due o tre tentativi, ma quando alla fine il suo primo romanzo, Nicolas Eymerich l’inquisitore, risulta vincitore è subito chiaro che sta accadendo qualcosa di importante: perché quel numero di Urania diventa il più venduto dell’anno, cosa mai accaduta prima con un autore italiano. Poi le traduzioni all’estero, i seguiti – sono 14 i romanzi della serie, l’ultimo uscito 4 anni fa, i migliori probabilmente Cherudek del 1997 e Il castello di Eymerich del 2001 – le riedizioni in collane rilegate ed economiche, le riduzioni radiofoniche, i fumetti, i giochi.

Il successo permette a Evangelisti di fare della scrittura il suo lavoro principale e di dedicarsi ad altri temi: la trilogia Magus sull’affascinante figura di Nostradamus (Il presagio, L’inganno, L’abisso, tutti e tre usciti nel 1999), la serie di Pantera in cui infila la sua passione per la musica heavy metal (Metallo urlante, 1998; Black Flag, 2002; Antracite, 2003), il ciclo dei pirati della Tortuga (Tortuga, 2008; Veracruz, 2009; Cartagena, 2012). E finalmente coniuga con la narrativa le sue grandi passioni, quelle per la storia e per la politica: la trilogia americana sulla nascita del movimento sindacale nordamericano (Antracite, 2003; Noi saremo tutto, 2004; One Big Union, 2011), due romanzi sulla rivoluzione messicana (Il collare di fuoco, 2005; Il collare spezzato, 2006), il ciclo Il sole dell’avvenire sui primordi del socialismo nella Romagna post-risorgimentale (Vivere lavorando o morire combattendo, 2013; Chi ha del ferro ha del pane, 2014; Nella notte ci guidano le stelle, 2016). Interessi che sono al centro anche della sua vasta produzione saggistica storica e politica.

La passione politica non resta solo sulla carta, o in rete dove Evangelisti fonda e dirige la rivista di cultura di sinistra Carmilla Online. Già nel 2009 è candidato alle amministrative di Bologna in una lista di estrema sinistra. Nel 2018 abbraccia il progetto di Potere al popolo! ed è capolista alle amministrative del 2021, sempre a Bologna, la città che amava, come diceva lui, “in modo non esclusivo” (per alcuni anni alternandola come residenza a Puerto Escondido in Messico).

Una persona dalle idee forti ma sempre gentile, generoso quasi volesse restituire quel successo che aveva trovato aiutando altri autori a emergere, con consigli, incoraggiamenti, prefazioni e frasi promozionali. Colpisce oggi leggere sui social quante testimonianze di giovani autori parlino di Evangelisti non solo con rispetto e apprezzamento, ma con gratitudine.

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