Diritti

Galateo per i nostri pet: sì o no?

Nonostante si tratti di casi borderline, il recente sbranamento di due pennuti, da parte dei nostri amici a quattro zampe, ha riacceso il dibattito sulla necessità di garantire a tutti gli animali una giusta educazione
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15 aprile 2022 Aggiornato alle 08:00

Due cani son scappati al padrone incauto e si sono avventati su due oche, facendone un sol boccone. Sembra l’inizio di una fiaba di Esopo, invece è una storia dei giorni nostri, con molto da insegnare.

Basta aggiungere una sardina (il leader, Mattia Santori), un Verde (il consigliere comunale bolognese Davide Celli, proprietario delle oche) e la brutalità dei social media che tutto divorano senza nemmeno riflettere per un secondo.

Bastano questi ingredienti per scatenare le battute della satira di Osho (legittima) ma anche l’odio degli hater, il plotone dell’esercito del nulla sghignazzante e degli influencer della domenica, pronti a dire qualcosa su ogni #trend che supera la soglia dell’attenzione mediatica.

Ma in questa storia di oche e cani ci sono un sacco di asini. Innanzitutto quelli che paragonano la questione oche all’Ucraina (“non si può parlare di queste idiozie mentre la gente muore in guerra”). Per quanto siamo tutti totalizzati dal genocidio perpetrato da Putin non significa che si debba smettere di parlare di qualsiasi altra questione.

Poi ci sono quelli – ambientalisti inclusi – che non colgono il nodo della questione, ovvero la ragione per cui l’intervento ha avuto rilievo tale da finire in consiglio comunale.

Davide Celli ha dichiarato di aver raccontato dei fatti, con l’obiettivi di voler proporre l’istituzione di “una tassa di proprietà” per chi detiene cani ritenuti potenzialmente aggressivi, o la creazione di un corso obbligatorio che insegni a educare e tenere i cani in modo corretto. “Un esame non per il cane, ma per la testa del suo padrone”, ha commentato Celli al Resto del Carlino.

Di fatto dei nostri animali domestici, che vivono sempre più numerosi in mezzo a noi, si parla poco (post su Instagram esclusi). In Italia vivono 53,1 animali da compagnia ogni 100 abitanti. Siamo secondi solo all’Ungheria (54,2 ogni 100 persone), ma arriviamo prima di Francia (49,1), Germania (45,4), Spagna (37,7) e Regno Unito (34,6).

Sette milioni sono cani (i gatti però sono di più). E per questo esercito canino va affrontato il tema del benessere animale.

Su internet sono innumerevoli le storie di cani abbandonati finiti in incedenti mortali anche per gli uomini, gare di lotta clandestina, maltrattamenti diffusi da parte di padroni cinici, abusi di ogni tipo, educazione sommaria e a volte violenta per trasformare i nostri amici a quattro zampe in antifurti viventi. Questo porta spesso alla presenza di animali (e padroni) dalla psicologia instabile, aggressivi, addestrati ad attaccare, o semplicemente annichiliti nel loro essere oggetti al servizio degli umani.

Il risultato è che le aggressioni da parte di alcune razze di cani sono sempre più frequenti. Che si tratti di oche o umani.

Significativa la morte recente della ventenne Simona Cavallaro, sbranata da un branco di cani durante una gita in campagna vicino a casa, in provincia di Catanzaro. O quella di Vincenzo Buonsignore, di Pozzonovo (PD) sbranato dai due rottweiler addestrati come antifurto dalla fidanzata. Basta andare sui siti d’informazione per trovare decine di casi simili.

Ovviamente si tratta di casi borderline, ma che ribadisce l’importanza di garantire a tutti gli animali una giusta educazione e una cura affettuosa e attenta. Ed è questo in fondo che il consigliere Celli voleva sottolineare con la brutta storia delle sue oche. E invece tutti a ragliare. Che poi forse sono gli stessi che inveiscono contro la reintroduzione di lupi e orsi (nessun caso di morte registrata in Italia) e ma ignorano Fido e soprattutto i padroni-orchi a cui non andrebbe nemmeno affidato un pesce rosso.

Vale anche la pena di ricordare il tema degli impatti sull’ambiente dei cani. Al di là dell’impronta carbonica della pet economy, il mercato miliardario di paraphernalia per animali domestici, c’è la questione che cani e gatti che vivono in ambito domestico spesso costituiscono una minaccia per le specie delle aree naturali se non gestiti correttamente.

Nei parchi naturali sempre più spesso capita di trovare cani lasciati liberi senza guinzaglio. Ben capendo l’amore del padrone e la necessità dell’animale di correre libero e felice, poter scorrazzare liberamente costituisce un problema per uccelli e piccoli roditori. Nidi devastati, tane distrutte, bestie terrorizzate costrette a esporsi a ulteriori rischi.

Per molti sarà una nuance (e lo è di fronte alle vittime della crudeltà dei padroni di cani senza controllo) ma un galateo dei pet parte anche da qua.

La morale insomma è questa: serve maggiore addestramento di questi animali, maggiore rispetto da parte dei proprietari, e anche maggiore attenzione alla salute psichica per questi nostri amici, troppo spesso abbandonati da soli in appartamenti o gabbie. Non c’è da ridere: in casi di animali allevati con violenza e maltrattati lo psicologo canino, figura spesso presente nei canili, riveste un ruolo centrale.

Speriamo dunque che l’intervento di Santori e la morte delle povere oche di Celli non sia stato invano, ma sia uno spunto di riflessione costruttiva. Pratica che gli asini a due zampe sembra abbiano dimenticato.

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