Futuro

Gwyneth, Mila e le celeb che fanno affari con le criptovalute

Gwyneth Paltrow, Mila Kunis e altre celebrità stanno spingendo le donne a investire in criptovalute e NFT: mondi digitali dominati perlopiù da uomini
L'attrice Gwyneth Paltrow
L'attrice Gwyneth Paltrow
Tempo di lettura 3 min lettura
13 aprile 2022 Aggiornato alle 07:00

A sentir parlare di criptovalute e di NFT, i cosiddetti Non-Fungible Tokens, pezzi unici digitali, opere d’arte o oggetti da collezione, non penseremo a un settore dominato da uomini. E invece, anche questa volta sono i numeri a parlare: secondo una ricerca del 2021 del Pew Research Center, circa il 19% delle donne di età compresa tra 18 e 29 anni ha affermato di aver investito, scambiato o utilizzato una criptovaluta, rispetto al 43% degli uomini nella stessa fascia di età.

Il centro di ricerca ha rilevato che negli Stati Uniti gli uomini hanno il doppio delle probabilità di aver utilizzato una criptovaluta rispetto alle donne (22% contro 10%). Ma non è tutto: per un altro rapporto statunitense del 2019 sul tema, la percentuale di donne nel settore della Blockchain oscilla tra il 4% e il 6%.

A invertire la rotta, però, ci hanno pensato Gwyneth Paltrow e Mila Kunis, partecipando a sorpresa all’evento online organizzato da BFF per introdurre le donne al mondo delle criptovalute e degli NFT: davanti a una platea di 5.000 partecipanti, le due attrici sono apparse in video per incoraggiarle a investire in cripto e in NFT, raccontando la loro esperienza.

«Siamo così condizionati come donne da essere avverse al rischio, voglio correrlo anche io e vedere cosa succede», aveva dichiarato Mila Kunis dopo aver recentemente lanciato una serie di cartoni con il marito Ashton Kutcher, anche lui nel business degli NFT. «Abbiamo visto molti uomini riunirsi e guadagnare un sacco di soldi. Ci meritiamo anche noi di essere in questo spazio», ha aggiunto Gwyneth Paltrow.

Alla fine dell’evento, organizzato proprio da BFF, un collettivo co-fondato da oltre 50 donne leader in vari settori tra cui la startupper Brit Morin, si è concluso con un regalo: un NFT gratuito di un braccialetto dell’amicizia scambiato per almeno 3.000 dollari (l’oggetto sbloccherà l’accesso anticipato per l’acquisto della collezione NFT di BFF).

Tanti i progetti NFT che promuovono la diversità di genere nelle criptovalute, molti dei quali hanno donato alcuni dei loro profitti, hanno conquistato follower sui social media, accordi con Hollywood, sponsor aziendali e fan delle celebrità che vi hanno investito. Oltre a BFF, in questi anni sono infatti nate altre realtà e iniziative per incoraggiare e supportare le donne nel settore: da World of women, lanciata come una raccolta di NFT con opere d’arte colorate e disegnate a mano di diversi volti femminili, a Women in blockchain, un’organizzazione fondata nel 2017 e che mira a demistificare l’ambiente con eventi e informazioni facilmente accessibili.

Dalla teoria alla pratica: Boss Beauties, una collezione di NFT, ha raggiunto accordi con Barbie e Neiman Marcus, ed Eva Longoria ha acquistato 2 NFT dalla collezione CryptoChicks, che celebra “la bellezza unica e diversificata di tutte le donne del mondo”.

Eppure, nonostante i numeri ci parlino di un mondo dominato da uomini, non mancano le critiche verso alcuni progetti di NFT che potrebbero far rinascere le cosiddette girlboss, un archetipo del femminismo definito egocentrico degli anni 2010, personificato da startupper che hanno fatto della loro capacità di inserirsi in club maschili come un progresso di genere. Per il momento, progetti come BFF sembrano essere solo un trampolino di lancio nel settore che potrebbe non essere destinato solo agli uomini.

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