Diritti

Riecco il sovranismo

La sinistra sperava in una nuova fase politica, ma i movimenti nazionalisti rialzano la testa: la riconferma alle urne di Orbàn e Vucic, l’ascesa di Marine Le Pen alle elezioni in Francia e il blocco Meloni-Salvini dato al 35%
Marine Le Pen, leader del partito francese Rassemblement national (RN).
Marine Le Pen, leader del partito francese Rassemblement national (RN).
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11 aprile 2022 Aggiornato alle 08:00

Sembra proprio che la sinistra e i liberali europei abbiano confuso - non è la prima volta - le loro speranze con la realtà. Troppo presto si era celebrata la fine dei movimenti nazionalisti e sovranisti, sulla spinta della vittoria di Pedro Sanchez in Spagna nel 2019, della sconfitta di Donald Trump nel 2020, dell’accordo di grande coalizione in Europa che aveva portato il Movimento 5 Stelle a dare il via libera a Ursula Von Der Leyen come presidente della Commissione Europea.

Infine, altro segno che ha fatto intravedere il grande cambiamento in arrivo, la Lega che entra in un Governo guidato da Mario Draghi, l’uomo che per idee, aspirazioni, caratteristiche personali e di carriera rappresenta quanto di più lontano da quello che fino a quel momento aveva rappresentato il partito di Matteo Salvini: antisistema, contro l’Euro e l’Europa, tendenzialmente putiniano, con un’idea del mondo e della globalizzazione tendente alle chiusure, più che alle aperture.

Il trionfo socialista in Portogallo a gennaio come ciliegina sulla torta. Speranze, appunto, deluse in pochi giorni da tre eventi elettorali in grado di scuotere un’Europa già spaventata dalla guerra: la vittoria del fautore della democrazia illiberale Viktor Orbàn in Ungheria, la rielezione del filorusso Aleksander Vucic come presidente serbo e, da ultimo, l’ascesa di Marine Le Pen in Francia, che se non vincerà al secondo turno potrebbe comunque andarci vicina, stando ai sondaggi. Senza contare che Donald Trump sta pensando di tornare in campo per le prossime presidenziali americane e che in Italia, al momento, il blocco che può contare almeno su 35-37% dei consensi, sommando Giorgia Meloni e Matteo Salvini, al netto delle divergenze personali e di bassa politica italiana.

Ne volete ancora? Jair Bolsonaro resta saldamente alla guida del Brasile, a governare un miliardo e 400 milioni di indiani c’è Nerendra Modi, nazionalista e fautore di una via indiana al sovranismo, mentre il premier britannico Boris Johnson, l’uomo che più di tutti ha voluto la Brexit, sta schivando gli scandali sulle feste proibite in periodo di lockdown e pare rinsaldato grazie alla centralità acquisita con la guerra in Ucraina.

Che Le Pen vinca o no al secondo turno, fatto che aprirebbe scenari inediti in Europa e nel mondo, la notizia della morte del sovranismo - per dirla con Mark Twain - ci pare un’esagerazione.

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