Ambiente

Il guru centauro contro la desertificazione

Sadhguru è uno yogi indiano autore di best seller per il New York Times e fondatore del movimento Conscious Planet. Sta facendo un viaggio on the road di 30.000 km per promuovere azioni concrete e prevenire le siccità
Jaggi Vasudev, 64 anni, yogi indiano noto come Sadhguru.
Jaggi Vasudev, 64 anni, yogi indiano noto come Sadhguru.
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10 aprile 2022 Aggiornato alle 13:00

Se immaginiamo un mondo post-apocalittico è facile figurarselo desertico e abitato da bande di nomadi costrette a migrare a causa della scarsità di risorse idriche e alimentari. Un cliché piuttosto scontato da film distopico di quarta categoria, che purtroppo però rischia di diventare uno scenario futuribile.

A lanciare l’allarme è il movimento Conscious Planet fondato da Jaggi Vasudev, meglio noto col nome di Sadhguru, yogi indiano premiato del Padma Vibhushan (la seconda più alta onorificenza civile indiana), autore di best seller per il New York Times, nonché grande comunicatore con migliaia di seguaci in tutto il mondo e un canale YouTube con oltre 9 milioni di iscritti.

Il 21 marzo, alla rispettabile età di 64 anni, il dinamico guru ha lanciato la campagna Save Soil (Salva il suolo) e in sella a una motocicletta ha intrapreso un viaggio di 30.000 chilometri in solitario che da Londra lo porterà a visitare le capitali di 26 nazioni. In Italia ha fatto scalo il 30 marzo a Venezia per una conferenza presso l’Università Ca’ Foscari, e il 2 aprile a Roma per un evento che ha raccolto all’Auditorium Parco della Musica circa 1.500 persone. Il 6 era a Ginevra. il 9 a Parigi.

L’obiettivo di Conscious Planet è sensibilizzare media e leader politici, ma soprattutto la popolazione mondiale sulla necessità di un’azione congiunta e immediata per salvare il suolo dal progressivo inaridimento.

Secondo le Nazioni Unite, infatti, circa un terzo dei terreni agricoli presenti sulla superficie del Pianeta è già degradato, ha cioè perso quel 3% di contenuto organico indispensabile per la coltivazione. Il risultato è che oggi il valore nutrizionale della frutta e della verdura di cui ci cibiamo è otto volte inferiore di quanto lo era 100 anni fa. E tra 45 - 50 anni quello che gli agronomi chiamano “soprassuolo”, potrebbe estinguersi definitivamente con conseguenze drammatiche quali siccità, inondazioni, specie animali estinte, abbattimento delle fonti di sostentamento per la popolazione mondiale, quindi migrazioni di massa, crisi economiche e conflitti.

La soluzione, sostiene Sadhguru, c’è e consiste nell’intraprendere politiche concrete volte a arricchire il suolo di contenuto organico. È una situazione drammatica ma ancora reversibile, perché se è vero che togliendo sostanze nutritive alla terra questa diventa sabbia, è vero anche che aggiungendo sostanze nutritive alla sabbia, questa torna a essere terra.

«La natura del nostro progetto – ha spiegato Sadhguru – non va contro nessuno. Negli ultimi due anni ho parlato a diversi Ministri dell’ambiente, dell’agricoltura, burocrati, capi di Stato e di Governo, scienziati, attivisti, industriali e non ho trovato una sola persona che si è detta contraria, perché Conscious Planet non punta il dito; siamo tutti compartecipi del danno che abbiamo generato. La nostra non è una guerra, né una protesta, ma un movimento volto a estendere la responsabilità del problema; il nostro obiettivo è diventare la generazione che è riuscita a tornare indietro dalla minaccia del disastro”.

È indispensabile, sottolinea ripetutamente il celebre capo spirituale, che vi sia diffusa consapevolezza del problema perché nei Paesi democratici sono le singole persone ad avere il potere di avviare un cambiamento, non con le barricate ma col peso del proprio voto. La posta in gioco è salvare il Pianeta e tutte le specie che lo abitano, compreso l’uomo. “Let’s make it happen”, recita lo slogan di Conscious Planet, “Facciamo sì che accada”.

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