Economia

Che autogol sulle rinnovabili

Burocrazie nazionali e locali stanno mettendo i bastoni tra le ruote alla transizione ecologica. Su 200 progetti per l’eolico, ne sono stati approvati 6. Con un’anticamera di 5 anni e mezzo
(Joshua Cotten)
(Joshua Cotten)
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4 aprile 2022 Aggiornato alle 08:00

La distanza tra i proclami, gli annunci e i programmi che abbiamo sentito negli ultimi vent’anni e la realtà dei fatti è particolarmente evidente quando si arriva ai capitoli energetico e ambientale. Avremmo dovuto ridurre la dipendenza dal gas russo, ma l’abbiamo aumentata; avremmo dovuto risolvere il problema rifiuti in alcune grandi città a partire da Roma e Palermo, ma queste si trovano ancora in emergenza; avremmo dovuto investire sulle rinnovabili, ma ogni anno riusciamo a installare (quando va bene) un terzo della potenza che sarebbe necessaria per raggiungere obiettivi che noi stessi ci siamo dati.

Su quest’ultimo punto vale la pena concentrarsi, perché l’impressione è che quando si passa dalle buone intenzioni alla pratica, gli ostacoli della burocrazia locale e nazionale rendano praticamente impossibile effettuare o programmare un investimento. A titolo d’esempio sono oltre 200 i progetti nell’eolico passati sotto la lente del Ministero dei Beni culturali, chiamato a dare una valutazione che tenga conto, tra l’altro, dell’impatto paesaggistico: di questi ne sono stati approvati 6, una quarantina ne sono stati bocciati, degli altri si è persa traccia. Cioè, 162 progetti sono in attesa di risposta, lo stesso numero che deve ancora ricevere un sì o un no dalle regioni.

Il dato, emerso dalla ricerca Regions di Elemens e pubblicato dal Sole 24 Ore mostra anche il tempo di anticamera prima di ricevere uno straccio di valutazione: cinque anni e mezzo. E sapete che tempi sarebbero previsti secondo la legge? Sei mesi. Dei progetti presentati nel 2021 oltre il 90% non ha superato lo stadio cartaceo, quasi il 60% di quelli presentati nel 2018 è ancora alla fase di autorizzazione. Tre Regioni - informa il disperante rapporto “Scacco matto alle rinnovabili” di Legambiente - hanno posto moratorie allo sviluppo delle nuove installazioni da fonti rinnovabili, in attesa di identificare le aree idonee alle installazioni. La transizione energetica sarà sconfitta, la prenderemo per stanchezza.