Diritti

Sul passaporto statunitense ci sarà il genere X

Dall’11 aprile le persone non binarie potranno scegliere un’identità “altra” o “non identificata”. Per il 2023 si punta a estendere la prassi anche ad altri tipi di documenti
Tempo di lettura 4 min lettura
4 aprile 2022 Aggiornato alle 13:00

Quando compiliamo un modulo c’è sempre una scelta da fare: indicare il proprio sesso, maschio o femmina. In questi casi le persone non binarie sono costrette a barrare l’una o l’altra casella, nessuna delle quali però corrispondente alla loro identità di genere.

Con il termine non binary intendiamo tuttə coloro che non si riconoscono nell’essere donna o uomo e rifiutano quindi il binarismo. Perché allora utilizzare pronomi sbagliati o selezionare generi errati nei propri documenti?

Il 31 marzo, giornata internazionale della visibilità transgender, il segretario di Stato degli Usa Antony J. Blinken ha comunicato che, a partire dall’11 aprile, i cittadini statunitensi potranno selezionare una X come indicatore di genere sulla propria domanda di passaporto. Scegliendo questa opzione, la persona dichiarerà di riconoscersi con “altra identità di genere” oppure con una “non specificata”.

In altri Paesi, come il Canada, l’Australia, l’Argentina, l’Islanda, la Nuova Zelanda, esiste già la possibilità di scegliere il terzo genere sul proprio passaporto. Ciò non toglie che possano sorgere problemi all’arrivo in altri Stati che non prevedono questa opzione.

Dallo scorso giugno, negli Stati Uniti è consentito ai cittadini di scegliere per il passaporto il genere maschile o femminile a proprio piacimento, senza dover mostrare una certificazione medica qualora la scelta non corrisponda al genere indicato in altri documenti di identità ufficiali.

«Il Dipartimento di Stato ha iniziato a muoversi verso l’aggiunta di un indicatore di genere per le persone non binarie, intersessuali e di genere non conformi che richiedono un passaporto», riportava la nota dello scorso anno. E finalmente questo obiettivo è stato raggiunto, o quasi. Per la totale applicazione del X gender si dovrà aspettare il 2023, quando la scelta sarà consentita anche per altre forme di documentazione.

In realtà, il primo passaporto statunitense X è stato già rilasciato lo scorso ottobre a Dana Zzyym, veteranə militare intersessuale. La sua battaglia legale è iniziata nel 2015, grazie all’aiuto dell’organizzazione per i diritti civili Lambda Legal: insieme hanno intentato una causa contro il Dipartimento di Stato per aver negato a Zzyym un passaporto non binario. «Ho iniziato questo processo legale per avere il riconoscimento delle persone intersex e non binarie. L’ho fatto per il futuro», ha scritto a ottobre il New York Times riportando le parole di Zzyym.

Con questa nuova decisione, «Il Dipartimento sta creando un precedente come prima agenzia del governo federale a offrire il contrassegno di genere X su un documento di identità», si legge nella nota del 31 marzo. «Riaffermiamo il nostro impegno a promuovere e proteggere la libertà, la dignità e l’uguaglianza di tutte le persone, comprese le persone transgender e non binarie in tutto il mondo», prosegue il comunicato.

Un importante traguardo se consideriamo che nel 2021 1,2 milioni di persone LGBTQ statunitensi si sono identificate come non binarie, secondo i dati raccolti dal Williams Institute on Sexual Orientation and Gender Identity Law. La buona notizia arriva pochi giorni dopo l’approvazione in Florida del Don’t Say Gay, la nuova legge che vieta l’insegnamento di genere e l’educazione sessuale nelle scuole fino alla terza elementare.

Leggi anche
sex education
di Valeria Pantani 3 min lettura