Ambiente

Cosa è successo davvero a Chernobyl?

La centrale nucleare è di nuovo sotto il controllo di Kyiv dopo un mese di occupazione russa. Secondo le autorità ucraine, alcuni militari di Mosca avrebbero lasciato la zona per la troppa esposizione alle radiazioni
Tempo di lettura 4 min lettura
1 aprile 2022 Aggiornato alle 15:00

L’annuncio su Facebook è preceduto da 3 punti esclamativi che hanno l’aria di essere, forse, una buona notizia: «È ufficialmente iniziato il ritiro delle truppe di occupazione russe dal territorio di Chernobyl», si legge nel post dell’Agenzia statale dell’Ucraina per la gestione delle zone di esclusione datato 31 marzo 2022 e ricondiviso, tra gli altri, dal profilo dell’impianto, il cosiddetto “SSE Chornobyl NPP” (la conferma nella notte è arrivata anche dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica di Vienna).

Solo qualche giorno fa, nella quotidiana condivisione di informazioni relative alla situazione nella centrale nucleare, del personale e delle loro famiglie, l’ente pubblico aveva scritto che il controllo normativo sullo stato della sicurezza nucleare e dalle radiazioni nel sito della centrale di Chernobyl e nella zona di esclusione, nonché il controllo sui materiali nucleari, era impossibile da monitorare. Nessuna buona notizia, quindi, se a essere difficili da quantificare sono proprio le conseguenze dell’occupazione russa della centrale e della zona, teatro del più grave incidente atomico della storia avvenuto nel 1986.

Gli attacchi armati dei primi giorni e le fiamme nell’area limitrofa al reattore nucleare, avrebbero infatti causato già i primi danni: una settimana fa, in una nota, il Parlamento ucraino aveva dichiarato di aver identificato almeno 7 incendi, sottolineando la particolare pericolosità di eventi del genere a 10 km dal reattore.

Le doppie notizie che si intersecano oggi corrono su due binari diversi: quella dell’abbandono della zona da parte dei militari russi e quella di una sindrome da radiazioni acute. Secondo quanto riporta il canale Telegram di Energoatom, la società dell’energia atomica in Ucraina, le truppe sarebbero state esposte a significative radiazioni esterne e interne nelle zone più vicine all’impianto di Chernobyl, dopo aver attraversato e scavato trincee nella cosiddetta Foresta Rossa, un’area altamente contaminata fuori da Pripyat.

L’abbandono dei soldati russi sarebbe quindi per motivi di salute: secondo l’agenzia di stampa ucraina Unian, che cita un membro del Consiglio pubblico di stato della zona di esclusione, almeno 7 autobus con a bordo militari russi avrebbero lasciato la zona di Chernobyl per essere ricoverati in un centro bielorusso di ricerca e pratica per la medicina delle radiazioni.

Mentre sui media russi non c’è traccia della notizia, quelli bielorussi parlano di militari che vengono regolarmente portati nella struttura oltreconfine adibita alle cure di chi è stato esposto alle radiazioni. L’Aiea ha comunicato di cercare conferme a riguardo e di essere in stretta consultazione con le autorità ucraine sull’invio della prima missione di assistenza e supporto dell’Agenzia alla centrale nucleare di Chernobyl già nei prossimi giorni.

La città che da anni è chiusa da confini militarizzati e checkpoint, era stata occupata dalle truppe di Mosca nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina, tenendo come ostaggio il personale, esposto continuamente a radiazioni, senza la possibilità di rispettare i turni di lavoro.

Gli ingegneri che lavorano nella centrale di Chernobyl per lo smantellamento dei rifiuti nucleari e radioattivi, hanno in genere turni da 12 ore concentrati in più giorni della settimana per poi passarne alcuni lontani dalle radiazioni: per quasi un mese invece, hanno lavorato senza sosta per circa 600 ore con l’unica rotazione parziale del personale permessa il 20 marzo, quando 64 dipendenti hanno lasciato la centrale. Un tempo che potrebbe aver esposto a una elevata quantità di radiazioni non solo i militari russi.

Leggi anche
Al confine nord dell'Ucraina si stanno armando gli eserciti
esteri
di Maria Michela D'Alessandro 4 min lettura
Il murale gigante dipinto sul muro di contenimento del sito nucleare di Chernobyl.
pericoli
di Riccardo Liguori 2 min lettura