Ambiente

I medici devono essere formati sul clima

Gli istituti americani di salute pubblica stanno inserendo l’insegnamento del climate change nei corsi universitari dei dottori di domani. Ictus, asma, danni renali sono solo alcuni degli impatti negativi del riscaldamento del Pianeta sul nostro corpo
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30 marzo 2022 Aggiornato alle 15:00

Il cambiamento climatico non tocca solo l’ambiente, ma anche la salute delle persone. Per questo motivo a Atlanta, nello Stato della Georgia, è stato implementato un corso in cambiamento climatico per i futuri dottori.

La Emory Medical School vuole fare in modo che apprendano i crescenti impatti sulla salute di un Pianeta che si sta surriscaldando: dalle nascite premature legate al caldo estremo, a ictus e asma portati dall’inquinamento atmosferico, alle malattie trasmesse dalle zanzare, per non parlare dell’impatto sulla salute mentale dato dal peggioramento degli uragani e incendi boschivi.

«Impariamo molto sul danno renale e sull’insufficienza renale, per esempio» ha raccontato a Grist lo studente al quarto anno di medicina Ben Rabin. Grist è un’organizzazione di media indipendenti senza scopo di lucro dedicata che si occupa di futuro sostenibile e soluzioni climatiche. «Quindi ci siamo chiesti: “Quali sono i rischi del caldo estremo?”. La disidratazione è più frequente in queste condizioni, e questo può portare a insufficienza renale».

Le scuole di tutto il Paese sentono sempre più la necessità di insegnare l’intersezione tra cambiamento climatico e salute. Secondo il dottor Georges Benjamin, direttore esecutivo dell’American Public Health Association, sono le scuole di salute pubblica, in particolare, a essere in prima linea in questo progresso. La statunitense Johns Hopkins University, nel 2007, ha fondato un Istituto di salute ambientale presso la propria scuola di salute pubblica. Esistono centri simili sui cambiamenti climatici nelle scuole di salute pubblica di Yale, Harvard e dell’Università di Washington.

Più recentemente, molte scuole di medicina hanno lanciato programmi speciali per insegnare ai futuri medici la connessione esistente tra cambiamento climatico e salute. Per esempio, nel 2017, dopo la Conferenza di Parigi dedicata al clima, l’Università della Columbia ha lanciato il Global Consortium on Climate and Health Education: è un consorzio che sviluppa pratiche e corsi di formazione per l’insegnamento del cambiamento climatico.

L’imperativo, scrivono sul sito, è l’istruzione del personale sanitario: «Per continuare a tutelare la salute e il benessere della società, il settore sanitario deve essere attrezzato per riconoscere, rispondere e prepararsi agli impatti continui e futuri legati al clima su pazienti, comunità e, soprattutto, pazienti vulnerabili. Contemporaneamente, il settore sanitario deve rafforzare i propri sistemi per garantire la continuità delle operazioni e mitigare il proprio impatto di CO2, comunicando efficacemente al pubblico la necessità di questi cambiamenti».

Il consorzio conta 47 istituti di medicina membri negli Stati Uniti, tra più di 240 scuole di medicina, infermieristica, salute pubblica, odontoiatria e medicina veterinaria in tutto il mondo. «Tutti i professionisti sanitari in tutto il mondo - medici, infermieri, operatori sanitari pubblici, professionisti della salute mentale e specialisti della salute alleati - devono lavorare insieme per prevenire, ridurre e rispondere agli impatti sulla salute dei cambiamenti climatici», sottolinea l’organizzazione.

Nel 2019, l’American Medical Association ha approvato l’insegnamento del cambiamento climatico e della salute nella “formazione medica universitaria e di specializzazione”. Ha definito il cambiamento climatico come un “threat multiplier”, ovvero: un moltiplicatore di minacce. Soprattutto con il Sars-Cov2 in circolazione.

Alla Emory, inizialmente, il cambiamento climatico faceva parte di un corso a cui potevano accedere solo gli iscritti al Pediatric Global Health, un programma aperto solo a una dozzina di persone all’anno. Ma ora il riscaldamento globale fa parte delle conoscenze fondamentali, ed è particolarmente importante insegnarlo all’inizio della carriera di medico. Perché non c’è nulla, nel nostro organismo, che il cambiamento climatico non tocchi.

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