Economia

Il reddito di cittadinanza cambia, ma non viene abolito

Maggiore stretta sui controlli, più efficacia nella ricerca del lavoro e più tutele alle famiglie numerose
Mario Draghi ha inserito la modifica del Reddito di Cittadinanza nel documento programmatico di Bilancio 2022
Mario Draghi ha inserito la modifica del Reddito di Cittadinanza nel documento programmatico di Bilancio 2022
Tempo di lettura 2 min lettura
21 ottobre 2021 Aggiornato alle 12:47

Il reddito di cittadinanza rimane, ma subisce qualche modifica.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi promuove il sussidio dei 5 Stelle, entrato in vigore nel 2019, apportando alcune modifiche, senza scardinarlo nella sua struttura complessiva.

La cifra destinata alla misura, infatti, aumenterà di più di un miliardo rispetto ai sette miliardi e mezzo attuali: in questo modo la quota totale stanziata sarà pari a circa 8,8 miliardi di euro, con i fondi incrementati in base alle necessità provocate dal Covid-19. La cifra cresce all’aumentare del numero di persone che hanno richiesto il sussidio. I dati diffusi dall’Istat a maggio 2021 mostrano che i nuclei familiari che hanno percepito il sussidio sono stati 1,14 milioni, per un totale di 2,7 milioni di persone: il 16% in più rispetto al maggio 2020.

Il reddito di cittadinanza, destinato a sostenere le difficoltà economiche di chi è cittadino italiano o europeo, con soggiorno temporaneo o residente in Italia da almeno 10 anni, vedrà anche controlli più stringenti, maggiori restrizioni sull’accesso all’assegno con controlli preventivi e l’introduzione di un’apposita commissione di esperti per potenziarne l’efficacia. Cambiano, infatti, la modalità di rientro al lavoro: sarà studiato un modo per spingere le persone a tornare sul mercato attraverso l’impiego delle agenzie interinali, che potrebbero con il tempo sostituire del tutto i cosiddetti navigator. Inoltre, l’idea è di diminuire l’assegno alla seconda offerta di lavoro rifiutata. Un’altra modifica arriva sui sussidi destinati alle famiglie numerose: il governo sta studiando una modalità per rivedere i parametri di assegnazione. Con questo e con un aumento dei controlli il governo punta a risparmiare un miliardo.

Fino a oggi, il lavoro offerto a un disoccupato percettore del reddito di cittadinanza deve essere di almeno tre mesi e lo stipendio deve essere superiore a 858 euro al mese. Il sussidio prevede un assegno medio di 570 euro al mese erogato a 1,4 milioni di nuclei beneficiari. Al momento si attende, entro inizio novembre, anche la relazione del Comitato per la valutazione del reddito istituito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e guidato dalla sociologa Chiara Saraceno.