Diritti

Brexit e politica migratoria, in crescita la tratta degli esseri umani

Secondo gli esperti sarebbero più di 10mila nel 2020 le potenziali vittime della tratta nel Regno Unito. Il drastico aumento è il risultato della Brexit e delle scelte politiche in materia di immigrazione. Cresce anche il terrorismo
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21 ottobre 2021 Aggiornato alle 11:05

Un nuovo preoccupante rapporto sulla tratta degli esseri umani ha messo in guardia il Regno Unito riguardo le possibili conseguenze delle nuove restrizioni dovute alla Brexit contenute nel piano sull’immigrazione presentato dal Ministero dell’Interno: il rischio, infatti, è che possano aumentare le vittime del traffico.

La denuncia arriva da Greta, un gruppo di esperti che si occupa della lotta alla tratta, assieme al Consiglio d’Europa, e che vigila sull’attuazione della Convenzione sulla lotta contro la tratta, entrata in vigore nel Regno Unito nell’aprile del 2009.

Il potenziale numero di vittime, basandosi sulla politica di immigrazione inglese, è cresciuto vertiginosamente. Mentre nel 2012 si attestava attorno alle 1200 all’anno, nel 2020 risulta dieci volte maggiore: circa 10.600.

In particolare, la percentuale di vittime di sesso maschile è aumentata progressivamente tanto che nel 2019 il 68% (7.200 circa) risulta di sesso maschile, mentre il 32% (3400 circa) femminile.

Sale anche il numero di bambini, da 1.279 nel 2016 a 4.946 nel 2020, la maggior parte dei quali proveniente dal Regno Unito e coinvolta nei traffici di droga di gang locali. Lo sfruttamento del lavoro continua a essere il principale fattore che muove gli ingranaggi. Tra i settori ad alto rischio, l’industria dell’abbigliamento, l’edilizia, il lavoro domestico, gli autolavaggi, la gestione dei rifiuti, la logistica e il magazzinaggio.

Si registra un incremento dell’utilizzo dei social per reclutare le vittime, soprattutto per quanto riguarda il traffico sessuale. In questo modo, i criminali che gestiscono il giro possono assicurarsi spostamenti più veloci delle vittime, tra “bordelli pop up” e proprietà in affitto per le vacanze.

La relazione esorta i vertici britannici ad adottare misure più efficaci rispetto all’identificazione delle vittime, all’assistenza legale durante tale procedura e all’effettivo accesso al risarcimento.

Da una parte è necessario e opportuno intensificare gli sforzi “a valle”, dall’altra è fondamentale anche agire “a monte” del problema: istituire organismi specializzati che combattano, prevengano e sradichino il fenomeno.

Al contrario, il progetto del Ministero dell’Interno, con le sue regole così stringenti, sembra non tenere conto della particolare vulnerabilità delle vittime della tratta, che prive di documenti, potrebbero essere riluttanti ad avvicinarsi alle autorità nel timore di incorrere in conseguenze legali.

Inoltre, sembra esserci un collegamento tra il fenomeno della tratta e quello del terrorismo. Lo sostiene anche l’ONG Reprieve in un rapporto che cita casi di potenziali vittime reclutate nel Regno Unito per unirsi a un’organizzazione terroristica all’estero, quella dello Stato Islamico in Siria.

Secondo il Greta, la Brexit ha aumentato il rischio di sfruttamento per i lavoratori dell’Unione Europea e le difficoltà nel richiedere il programma di insediamento dell’UE.

Dal Ministero dell’Interno fanno sapere che “la schiavitù moderna e la tratta di esseri umani non hanno assolutamente posto nella nostra società e rimaniamo impegnati ad affrontare questi crimini efferati. Il Regno Unito ha guidato il mondo nella protezione delle vittime della schiavitù moderna e continuiamo a identificare e sostenere coloro che hanno subito abusi intollerabili per mano di criminali e trafficanti”.