Ambiente

Arrivano i reattori nucleari di quarta generazione

Grazie alla parterniship tra Enea e Newcleo, entro 7 anni verranno sviluppati i primi prototipi all’estero. Che si serviranno inizialmente di uranio naturale e di combustibile esausto, senza quindi produrre rifiuti. In Italia la fase sperimentale
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
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25 marzo 2022 Aggiornato alle 17:00

Realizzare, al di fuori dell’Italia, reattori modulari avanzati di piccole dimensioni. Il fine? Produrre energia ma in modo sicuro, affidabile e sostenibile. Ricorrendo in una prima fase all’uranio naturale e poi a quello esausto, senza produrre rifiuti.

«Ci impegneremo in alcune sperimentazioni, non nucleari, in Italia per poi dar vita a un primo prototipo, alimentato a uranio naturale, in Francia o in Inghilterra. Lo sviluppo successivo prevede l’accoppiamento con un acceleratore e dunque la possibilità di utilizzare del combustibile esausto, quello che cioè sarebbe diventato rifiuto radioattivo», ha spiegato alla Svolta il Direttore del Dipartimento Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare di Enea Alessandro Dodaro.

«Si tratta di una pratica sostenibile perché l’uranio naturale lo si può utilizzare fino alla fine, senza bisogno di stoccarlo».

Secondo Dodaro è arrivato il tempo di sperimentare tecnologie sempre più sicure e a impatto zero sull’ambiente, in modo che anche i Paesi che non utilizzano questa tecnologia possano avere beneficiare di energia pulita. Senza ricorrere ai combustibili fossili.

«L’Italia dispone delle competenze per supportare le aziende del settore. E ha la possibilità di contribuire a rendere il Pianeta un luogo più sicuro», ha continuato Dodaro.

Il progetto, stretto tra la società per lo sviluppo di sistemi nucleari innovativi di IV generazione (Newcleo) e l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), prevede lo sviluppo dei primi prototipi entro 7 anni. Per poi procedere alla loro commercializzazione a livello internazionale. Andando a sostituire gli attuari reattori di II e III generazione, che si alimentano grazie a combustibile arricchito.

I reattori cui stanno pensando Enea a Newcleo saranno alimentati a uranio naturale e quello esausto e raffreddati grazie al piombo e non all’acqua: «scongiurando così il rischio che, evaporando, l’acqua lasci scoperto il nocciolo del combustibile permettendogli di surriscaldarsi».

«Newcleo intende anche andare oltre, accoppiando al reattore un acceleratore di protoni, che vengono sparati all’interno del nocciolo. Se dovesse mancare la corrente, ipotesi tra le più pericolose per un impianto naturale, l’acceleratore alimentato a energia elettrica si spegnerebbe da solo, così come il reattore».

Newcleo ha fatto sapere che si impegnerà in investimenti che potrebbero superare i 50 milioni di euro, impiegando un team di 25-30 ingegneri che lavorerebbero presso il centro di ricerche di Enea di Brasimone sull’Appennino Tosco-Emiliano per circa 10 anni. Con oltre 400 ettari di superficie e 17 tra edifici e hall sperimentali, è uno dei maggiori centri di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo di tecnologie nei settori della salute, della tutela dell’ambiente e del territorio.

Azienda privata con sede a Londra, Newcleo è impegnata a dar vita alla prossima generazione di sistemi nucleari con tre obiettivi. Da una parte eliminare la necessità di grandi depositi geologici utilizzando un flusso a neutroni rapidi che evita la produzione netta di elementi radioattivi di lunga vita. Poi, «sviluppare un Accelerator Driven System (ADS) che si basi sulla combinazione intrinsecamente sicura di un acceleratore di particelle e di un reattore sub-critico», ha fatto sapere Newcleo. Infine, accelerare lo sviluppo di nuovi cicli di combustibile, incluso il torio, per fornire «energia economica, pulita, sicura e inesauribile dai nuclei e l’opportunità di bruciare i rifiuti nucleari di lunga vita prodotti dalla vecchia generazione di reattori nucleari».

«Quest’accordo – ha spiegato il presidente di Enea Gilberto Dialuce – ci consente di collaborare all’obiettivo di garantire la produzione di energia elettrica in sicurezza e a lungo termine in impianti da realizzarsi all’estero, ma con ricadute rilevanti di investimenti e di occupazione a livello locale. Infatti, le attività previste dall’accordo con newcleo saranno realizzate nel nostro Centro Ricerche del Brasimone, dove sono in corso anche altri progetti strategici insieme alla Regione Emilia-Romagna, come a esempio lo sviluppo di tecnologie per la fusione e per la produzione di radiofarmaci destinati alla diagnosi e alla terapia dei tumori».

«Si tratta di una missione importante per il futuro del bilancio energetico del Pianeta: ci siamo posti tempistiche ambiziose per raggiungerlo», ha sottolineato il ceo di Newcleo Stefano Buono.

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