Economia

Guarda come cresce la musica italiana

Il nostro Paese è rientrato nella top 10 dei più importanti mercati discografici globali, con un aumento del 27,8%. A trainare, il successo dei Måneskin. Ma non solo
Damiano, leader dei Maneskin.
Damiano, leader dei Maneskin.
Tempo di lettura 3 min lettura
28 marzo 2022 Aggiornato alle 11:18

Nel mondo della musica, il 2021 verrà ricordato da molti come l’anno dei Måneskin: da Sanremo all’Eurovision, la band romana ha scalato le classifiche mondiali, arrivando ad aprire il concerto dei Rolling Stones a Las Vegas lo scorso novembre. E proprio nel 2021 il settore discografico italiano è riuscito a raggiungere ottimi risultati, rientrando al decimo posto nella top 10 dei più importanti mercati a livello globale (con una crescita del 27,8%).

Che gran parte del merito sia proprio dei Måneskin? A conferma di questa ipotesi, il gruppo rock italiano è stato uno dei quattro casi studio del Global Music Report - State of The Industry 2022, realizzato dalla International Federation of the Phonographic Industry (IFPI).

Secondo i recenti dati di Deloitte/IFPI, sono stati i ricavi ottenuti dagli abbonamenti alle piattaforme streaming ad aver contribuito a questo risultato. Come riporta infatti la Federazione industria musicale italiana (F.I.M.I.), ogni settimana gli utenti italiani realizzano in media oltre un miliardo di stream nel settore audio. «In generale, come evidenziato anche dalla ricerca IFPI Engaging with Music, nel 2021 i consumatori italiani hanno speso oltre 19 ore settimanali nell’ascolto di musica», ha riportato la Federazione italiana.

Ma, allo stesso tempo, c’è stata anche una crescita per alcuni classici del passato, come i vinili che hanno raggiunto un incremento di quasi il 79%.

Per l’Italia è stato un anno importante anche sul fronte degli investimenti, con la conferma dell’impegno delle case discografiche nel repertorio italiano e nei giovani talenti. «Grazie alla forte innovazione spinta nel settore discografico, tra i segmenti leader dell’economia digitale del Paese, sono cresciute enormemente le opportunità di successo per gli artisti», ha riportato la F.I.M.I. Infine, c’è stato un aumento significativo dei ricavi per le vendite di musica italiana all’estero.

A livello mondiale, invece, il report di IFPI ha registrato una crescita generale nel settore discografico del 18,5%, dove Regno Unito, Germania e Francia si sono classificati come i tre più grandi nel contesto europeo.

Grazie ai nuovi talenti emergenti, oggi il mercato musicale globale è indubbiamente più competitivo: lo ha confermato anche Frances Moore, Ceo di IFPI, le cui dichiarazioni sono state riportate dal Sole 24 ore. «In tutto il mondo le case discografiche si stanno impegnando per sostenere le culture musicali e portare avanti lo sviluppo di ecosistemi musicali emergenti, sostenendo la musica locale e creando le opportunità per farla arrivare a un pubblico globale», ha dichiarato. «I fan si godono più musica che mai e in tanti modi diversi e nuovi. Questo crea enormi opportunità per gli artisti», ha poi aggiunto.

Ma da dove arriva tutta questa crescita? Sicuramente dal forte impatto positivo che la musica può avere sul benessere mentale delle persone. Grazie alla musica, infatti, possiamo evadere dalla nostra quotidianità per trovare un momento di svago e relax, oppure dalle innumerevoli cattive notizie che riceviamo ormai da due anni. A confermalo con i suoi dati è stato il report della IFPI Engaging with Music, condotto in 21 Paesi del mondo.

Per l’87% degli intervistati, la musica ha rappresentato un momento di felicità durante la pandemia, mentre al 75% ha permesso di rivivere un momento di normalità. E non è mancata l’occasione per i nuovi ascolti: il 63%, infatti, ha dichiarato di aver trovato nuovi artisti preferiti proprio durante il periodo pandemico.