Ambiente

25 marzo: i Fridays For Future tornano in piazza

700 eventi in tutto il mondo tra manifestazioni e cortei. I giovani ambientalisti del clima oggi rialzano la voce. Martina Comparelli, portavoce del “Fridays” italiano, racconta qui il suo percorso da attivista e l’importanza della lotta climatica
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
25 marzo 2022 Aggiornato alle 07:00

Il 25 marzo è arrivato. In tutto il mondo si svolgeranno più di 700 eventi, ben segnalati sulla mappa di Fridays For Future, il movimento che riunisce i giovani attivisti da ogni angolo del globo che si battono per la lotta al cambiamento climatico dal 2018. Le piazze di tutto il mondo saranno ricche di manifestazioni, cortei colorati, striscioni che rivendicheranno il diritto delle generazioni future a vivere in un mondo lontano dal collasso ecologico. Anche in Italia ci saranno numerosi eventi: 73, sparsi da nord a sud.

Martina Comparelli è una delle attiviste di Fff Italia. Originaria di Milano e classe 1993, ha iniziato a partecipare agli scioperi prima di diventare portavoce del movimento italiano e “imperfect activist”, come si descrive lei sulla sua pagina Instagram. «Quando, nel 2019, sono tornata da Londra, dove studiavo, sono andata a un presidio per l’Amazzonia sotto il consolato del Brasile, a Milano, e ho chiesto che cosa potessi fare per essere utile alla causa. Non ero certa di poter essere una risorsa, ma poi ho scoperto che c’era tanta voglia di collaborare, di insegnare gli uni agli altri, di imparare nuove abilità da altre persone. In un contesto del genere, così accogliente, neanche io che ero molto insicura avrei potuto sentirmi cacciata fuori».

Parte da qui il suo percorso nel movimento nato dalle proteste solitarie dell’allora quindicenne Greta Thunberg, attivista svedese che iniziò la lotta per il clima davanti al Parlamento, con un cartello che recitava “sciopero della scuola per il clima”. Era il 20 agosto 2018.

Martina l’ha incontrata a Milano, il 20 settembre del 2021, quando, insieme a lei e all’attivista ugandese Vanessa Nakate, le tre sono state ricevute dal presidente del Consiglio Mario Draghi per la Precop 26, la riunione di ministri del clima e dell’energia di un gruppo di Paesi, in preparazione della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. In quell’occasione Martina Comparelli era in rappresentanza dell’Italia, dove il movimento è organizzato in nodi territoriali: ci sono due referenti che devono fare la spola tra Fridays For Future Italia, che è il gruppo nazionale, e il locale. Martina è la referente di Milano, e per lei «la crisi climatica riguarda tutti. Alcunə di noi non lo sanno ancora, altrə sì, ma si sentono impotentə e non sanno come reagire. La soluzione è probabilmente più vicina di quello che pensate, probabilmente nella vostra stessa città: si chiama #fridaysforfuture. Ricordatevi che l’attivismo è collettività».

Il movimento organizza spesso eventi di formazione, tra workshop e interventi di esperti esterni: «Noi giovani abbiamo bisogno di questo modo di educarci, di questo tipo di supporto, di condivisione. Noi non siamo isole». L’attivista milanese racconta che in Fridays For Future «più fai, più proposte ti arrivano. Il boom è arrivato poco prima del Covid, il 27 settembre: allo sciopero a Milano avevano partecipato più di 200.000 persone, e in quei contesti sei sempre impegnato», racconta Comparelli. “Milano presente, in piazza per l’ambiente” è stato uno degli slogan più celebri della giornata. «L’attivismo è stato, ed è tuttora, al centro della mia vita: spesso mi prendevo troppi incarichi, più di quanti riuscissi a seguirne, ma spesso siamo prigionieri della tendenza a pensare che se una cosa non la facciamo noi, se ne occuperà qualcun altro. E invece no, a volte devi essere tu il primo a iniziare», racconta Martina.

Tra ottobre e novembre del 2021 è stata anche alla Cop26 di Glasgow, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. «Io arrivavo da Bruxelles, dove stavo svolgendo uno stage al Parlamento europeo, e sono rimasta molto delusa. Non solo per il risultato finale, ma soprattutto perché non sembrava una conferenza per il clima: c’era molta ipocrisia generale, tutti si emozionavano per aver spostato una virgola o cambiato una parola, ma non si fa così il cambiamento, quelle virgole non contano niente, non valgono abbastanza», spiega Martina.

L’ultimo giorno non ha più retto di fronte a tanto disinteresse e l’ha trascorso a piangere: «Ho visto un sacco di attivisti dei Paesi più colpiti dalla crisi climatica che se ne sono andati via con la consapevolezza che ancora una volta non il loro futuro, ma il loro presente, era stato spazzato sotto il tappeto come se fosse polvere. In quei casi vuoi mollare tutto perché ti senti inutile, ma non serve a niente arrendersi: la diplomazia internazionale non è la pallottola d’argento che risolverà i nostri problemi. Dobbiamo lavorare su tanti livelli e continuare a lottare».

Le manifestazioni di oggi in tutta Italia e nel mondo sono un grido di rabbia contro l’inazione climatica, perché nonostante il momento caratterizzato dalla guerra in Ucraina e dall’ancora pericolosa pandemia, “c’è ancora speranza, ma dobbiamo impegnarci e fare il tutto per tutto per riuscire in questa impresa epocale” scrive Fridays For Future Italia. “Daremo la priorità a #PeopleNotProfit e continueremo a riunirci per la nostra visione condivisa di un pianeta migliore, che sia equo verso tutti i suoi abitanti”.

Leggi anche
proteste
di Giacomo Talignani 2 min lettura
Una manifestazione del movimento ecologista Extinciton Rebellion a Brisbane, in Australia.
legge
di Chiara Manetti 4 min lettura