Diritti

Winnie Harlow lancia una linea di creme solari inclusiva e genderless

La modella canadese ha fatto della sua pelle a chiazze uno strumento di divulgazione, per rendere le ragazze di tutto il mondo fiere della loro unicità. Adesso, come molte influencer prima di lei, diventa imprenditrice. Nel segno della diversity
Credit: @cayskin/Instagram
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
24 marzo 2022 Aggiornato alle 13:00

Fashion e beauty da un po’ di tempo si stanno dando un gran da fare per sposare progetti di inclusività e distaccarsi da quel dogma che per decenni ha tenuto banco nelle due industrie, ovvero che la ricerca di perfezione e bellezza standard fosse l’unica via da perseguire. Il più delle volte però a ideare campagne, prodotti e concept sono persone che non hanno mai vissuto direttamente alcuna forma di marginalizzazione e proprio per questo i risultati non sempre sono azzeccati.

Diversissimo il caso di Winnie Harlow, top model tra le più richieste del momento, lanciatasi come molte altre celeb nella sua prima avventura imprenditoriale, spinta però da una marcia in più, che altro non è se non la sua storia personale.

A caratterizzarla, infatti, è una particolarità che prima di lei, e per molti versi anche dopo, era considerata incompatibile con il concetto di bellezza e che le ha causato numerose difficoltà: la vitiligine, una malattia autoimmune che si manifesta con la formazione di chiazze chiare sulla pelle dovute al fatto che le normali difese immunitarie dell’organismo a un certo punto decidano per errore di colpire i melanociti, responsabili della pigmentazione.

Proprio perché visibile, questa patologia è contornata da un forte stigma e spesso chi la sviluppa la percepisce come socialmente invalidante.

La stessa cosa è successa a Winnie Harlow, che però a un certo punto ha deciso di farne una peculiarità, approfittando di tale caratteristica per fare divulgazione e convincere tutte le ragazze ad accettarsi per come sono.

A seguito dell’impegno da attivista la top model è passata in questi giorni ai fatti, creando una linea di creme solari inclusiva e genderless adatta a ogni tipo di pelle, compresa quella con vitiligine.

L’idea per la creazione di Cay Skin, questo il nome della collezione, è nata da un episodio personale. Come raccontato da lei stessa in molte interviste, nel 2018 mentre stava posando per uno shooting sotto il sole delle Bahamas le è stato impedito di riapplicare la crema solare perché avrebbe creato una lucentezza blu-argento sulle macchie chiare che fotografi e stylist giudicavano inadatta alla resa finale delle foto. La modella obbedì e la conseguenza fu una scottatura gravissima curata con la somministrazione di farmaci e antinfiammatori.

Da quell’evento negativo si è sviluppata in lei la voglia di non tacere più e di dare a tutte le persone, senza distinzione di sesso, pelle o problematiche varie, gli strumenti di difendersi dai danni del sole ma anche da quelli che può causare la gente.

Nata e cresciuta a Toronto da una famiglia di origine giamaicana, Winnie Harlow non ha sempre avuto la vitiligine. Le prime macchie sono comparse all’età di 4 anni e da allora è stata vittima di gravi episodi di bullismo, soprattutto a scuola, dove i compagni la chiamavano “zebra” o “mucca” e dai quali è dovuta scappare cambiando Istituto.

Crescendo le cose non sono migliorate, visto che non si contano le agenzie di modelle che l’hanno scartata proprio a causa delle sua pelle, fino a quando a notarla su Instagram fu Tyra Banks, che la volle alla 21esima edizione dell’America’s Next Top Model del 2014, spalancandole le porte del fashion system e conducendola a calcare le passerelle più prestigiose, inclusa quella di Victoria’s Secret nel 2018.

Anche in quel caso, Winnie Harlow segnò la storia, diventando la prima modella del mondo diversity ad aggiudicarsi il titolo di angelo. Dopo di lei la virata del brand verso l’inclusività, con la cancellazione definitiva del celebre show e la realizzazione di campagne ricche di donne comuni e di qualunque tipologia, come la transgender Valentina Sampaio e Sofía Jirau, modella con sindrome di down volto dell’ultima collezione del marchio.

Nonostante la notorietà, ancora oggi non mancano soprattutto sui social network le persone che decidono di sfogare la propria frustrazione contro Winnie Harlow, che nel 2011 ha girato un video per sensibilizzare sulla sua condizione cutanea: intitolato Vitiligo: A Skin Condition not a Life Changer.

Bersaglio di haters è stata recentemente anche l’attrice Kasia Smutniak, “colpevole” come Winne di avere la vitiligine e nessuna intenzione di nasconderla, ma di viverla in libertà considerandola semplicemente per quella che è: una caratteristica fisica e null’altro.