Diritti

Vivere nel sottosuolo, a 100 metri dalla civiltà e dalle bombe

Dall’inizio della guerra, migliaia di ucraini hanno fatto delle stazioni della metropolitana la loro casa: la quotidianità sottoterra tra marmi, colonne e archi è appesa a un filo per chi ha deciso di non scappare, rimanere e aspettare
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23 marzo 2022 Aggiornato alle 15:00

Prima della guerra una delle attrazioni principali di Kyiv, la capitale ucraina, era la sua metro: diversi i tour di circa 2 ore nei sotterranei della città e delle stazioni sovietiche costruite negli anni ‘60 per ammirarne bellezza e conoscerne la storia. Giù fino a 105,5 metri nella stazione più profonda al mondo, Arsenalna, nata come punto intermedio lungo il tragitto tra due importanti zone della capitale e realizzata grazie alla geografia di Kyiv, dove la riva destra del fiume Nipro si innalza al di sopra del resto della città. Il viaggio alla scoperta di una architettura pensata come espressione di un nuovo futuro, sovietico, oggi è diverso, trasformato dalla quotidianità del conflitto.

Dal 24 febbraio, dall’inizio della guerra, le stazioni sono diventate rifugi per migliaia di persone, proprio per la loro profondità: fu Iosif Stalin a volerle così, in caso di guerra atomica sarebbero serviti proprio come riparo per i civili. Quasi una predizione non solo da parte dell’ex capo del governo dell’Unione Sovietica: all’inizio di febbraio le autorità ucraine avevano aggiornato una mappa interattiva della capitale, con diversi servizi, per fornire la localizzazione di oltre 5.000 potenziali luoghi di rifugio antiaereo che avrebbero potuto ospitare oltre 2 milioni di persone. «Il principale rifugio antiaereo nella città di Kyiv sarà anche la metropolitana, che, in caso di ora zero, sarà pronta ad accogliere le persone che possono rifugiarsi in caso di un possibile attacco», aveva detto in un’intervista il sindaco Vitali Klitschko.

Lo stesso sindaco che aveva subito imposto un coprifuoco nella capitale e fermato il trasporto pubblico dopo le ore 20 in modo che le stazioni della metropolitana potessero essere usate come rifugi 24 ore su 24. All’inizio di marzo, erano almeno 15.000 le persone accampate nella metropolitana di Kyiv: «La metropolitana funge da trasporto e rifugio sin dal primo giorno di guerra e può ospitare fino a 100.000 persone. Le stazioni sono dotate di acqua, bagni, cibo e, medicinali. Molte persone non hanno un posto dove andare», aveva dichiarato il capo della metropolitana di Kyiv Viktor Brahinskyi.

Non solo un luogo dove dormire, ma anche una sala parto: la prima figlia della guerra è stata Mia, nata tra i vagoni della metro di Kyiv il 26 febbraio. La mamma, una 23enne al nono mese di gravidanza, era proprio nella metropolitana quando ha iniziato ad avere le doglie. Mia e i bambini che giocano, gli anziani che aspettano, i giovani che escono per comprare cibo e medicinali. C’è persino chi compra dei fiori, come nella metro di Kharkiv, la seconda città più popolosa dell’Ucraina, nel nord-est del Paese, distrutta dai bombardamenti. Un mese sottoterra, le immagini di chi sopravvive nel sottosuolo hanno fatto il giro del mondo e raccontano una vita lontana dai tour per turisti alla ricerca dell’avventura della giornata, immaginando come sarebbe vivere anche solo un giorno a 100 metri dalla civiltà, e dalle bombe.

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