Diritti

La missione italiana che lancia nuovi mestieri in Senegal

1.700 percorsi formativi rivolti a ragazzi e migranti di ritorno per avviare attività in Africa. E comprendere l’importanza di una migrazione consapevole. È il progetto “Ripartire dai giovani”
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23 marzo 2022 Aggiornato alle 09:00

Nel cuore verde della Casamance, i giovani e le donne hanno una speranza in più. Lì, nei territori rurali a sud del Senegal, grazie a una missione italiana a ragazze e ragazzi viene insegnato un lavoro che potrebbe proiettarli verso un futuro migliore: vengono affidate loro nuove conoscenze e sono sostenuti in modo da poter avviare, nel tempo, una propria attività o una professione sicura.

Grazie al progetto “Ripartire dai giovani”, co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e parte del Programma Migrazioni di ACRA Senegal-Italia, nello stato africano sono stati avviati 1.700 percorsi formativi per fornire a giovani (dai 15 ai 35 anni) e donne competenze lavorative artigianali e tecnologiche, dall’agroalimentare all’elettrico, dall’informatica al web-journalism. Ma anche educazione finanziaria, gestione di impresa, i metodi per la trasformazione dei prodotti locali.

Un sistema pensato per favorire le microimprese per i ragazzi e allo stesso aiutare i migranti di ritorno proprio in questo Paese che è un importante bacino di flussi migratori. Grazie a ACRA, no profit milanese, in collaborazione con altre realtà come Mani tese e con il sostegno di Comune di Milano, Università Bicocca, STMicroelectronics Foundation, Associazione Stretta di Mano e altri, non solo ai giovani senegalesi è stata offerta una formazione lavorativa e di sviluppo d’impresa, ma sono stati anche partecipi di programmi di sensibilizzazione, per esempio. sui rischi delle migrazioni irregolari.

In un circuito che ha compreso anche tornei sportivi, spettacoli di teatro, proiezioni e attività social, i giovani sono stati coinvolti in attività che hanno accresciuto le loro competenze rendendoli più partecipi dell’economia del loro Paese. Per esempio Cissao Drame e Sekho Sakho, migranti di ritorno, oggi sono due allevatori e agricoltori impegnati - grazie a circuiti come questo - nell’insegnare ai giovani i segreti della loro professione: «Vedere i giovani migrare fa soffrire e si può realizzare ciò che si fa in Italia anche qui in Africa», raccontano.

Coumba Aw, una studentessa della regione di Sédhiou, formata da ACRA nel web journalism, sottolinea invece come si possano usare i social «per pubblicare informazioni e sensibilizzare sulla salute riproduttiva, sui matrimoni precoci, e sulla migrazione. Penso che la tecnologia digitale sia ormai indispensabile per lo sviluppo delle nostre comunità!», ha raccontato in un video.

L’intero progetto è oggi illustrato proprio attraverso video testimonianze pubblicate sulla pagina della No profit milanese ACRA, visibili per comprendere come in Senegal, grazie al sostegno dell’Italia, stanno crescendo nuovi professionisti.

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