Economia

Resistere per esistere

Tra i tanti eroi a cui abbiamo attribuito atti di grande coraggio, ci sono i sanitari, i camionisti, i combattenti ucraini, i volontari. Oggi tocca alle imprese e agli imprenditori italiani, schiacciati dai rincari del gas e dalla crisi geopolitica
La conduttura del gasdotto tra Grecia e Bulgaria: 180 km da Komotini a Stara Gazora. EPA/DIMITRIS TOSIDIS
La conduttura del gasdotto tra Grecia e Bulgaria: 180 km da Komotini a Stara Gazora. EPA/DIMITRIS TOSIDIS
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22 marzo 2022 Aggiornato alle 08:00

Della parola “eroi” in questo ultimo paio d’anni è stato sicuramente fatto abuso: di volta in volta lo sono stati i sanitari, i camionisti che in piena pandemia trasportavano le merci, i rider e in generale chiunque assicurasse un servizio in situazione di difficoltà.

Eroici sono senza dubbio gli Ucraini che combattono, i giornalisti che raccontano sotto le bombe, gli operatori umanitari che assistono i profughi al confine e lo sono un po’ anche gli Italiani che li ospitano. Atti di grande e di piccolo eroismo, accomunati per la maggior parte dalla capacità di resistere.

Dunque, forse, si potrebbe ricavare un cantuccio di questa narrazione e abusare ancora una volta di quella parola per le imprese e gli imprenditori italiani. Senza fare paragoni impropri e senza dire che hanno salvato il mondo, si può ricordare che sono stati travolti dal lockdown mentre erano già costretti a operare in uno dei Paesi del mondo avanzato nei quali è più difficile fare business, con un costo del lavoro elevatissimo a causa delle tasse e uno dell’energia che era già esorbitante prima degli ultimi rialzi.

Opportunamente sostenuti, ma con politiche pubbliche confuse e all’insegna della spesa (i ristori!), sono riusciti tutto sommato a tenere. Le aziende, specie quelle esportatrici, hanno fatto in modo che un Paese economicamente piegato non finisse completamente schiacciato. Ora si aprono nuovi fronti, a partire da quello dei costi dell’energia e delle materie prime, passando per i nuovi scenari geopolitici, che potrebbero preludere a cambiamenti negli equilibri del commercio mondiale dei quali le sanzioni alla Russia sono solo un primo riflesso: è facile immaginare che si ridisegneranno le catene di approvvigionamento e quelle del valore.

E loro son là, che resistono, seppure a volte arrancando. La ceramica alle prese col costo del gas, l’alimentare a corto di grano, mais e fertilizzanti, il lusso che perde il mercato di Mosca, l’automobile che deve fare i conti col passaggio all’elettrico. Servirà un aiuto, ovvio. Perché sugli atti di eroismo o resistenza (piccoli, per carità) sembra che ci si possa contare.

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